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Michela Murgia e le stravaganti tesi sul Natale cattolico

Napoli, 27 Dicembre – Michela Murgia per Natale ha pensato di scrivere un articolo su La Stampa in cui propina alcune tesi davvero assurde. “I cattolici non amano la complessità” e poi associa (erroneamente) la sacra famiglia con i migranti. Deve essere davvero triste il Natale della Murgia e quindi perché non rovinarlo anche al prossimo? Ebbene, bisogna precisare che noi cattolici crediamo in Dio Uno e Trino. Punto.

Ora, aprirsi al pluralismo non significa svendere le proprie idee, la propria fede, o gettare tutto alle ortiche in nome di un proficuo dialogo, o del popolare politically correct. Il rischio di confondere il pluralismo con un relativismo pratico è molto alto, anzi nel caso dell’articolo della Murgia si incorre in una trasmigrazione dal pluralismo al relativismo, con il tragico risultato di minimizzare un aspetto caro e sacro ai cristiani: la nascita del Salvatore.

A ben ragione i Padri della Chiesa, di fronte a questo spettacolo della natività, sottolineavano: “Colui che sorregge il mondo intero e i secoli eterni è avvolto in fasce.” I cattolici credono in questo, all’amore di Dio per l’umanità, del Verbo che si fa carne. La luce del mondo che, nella festa del Natale, rallegra grandi e piccini.

Cara Murgia, cari colleghi de La Stampa, lasciate in pace la teologia e continuate ad occuparvi di politica. Non fateci altri brutti scherzi per l’Epifania.

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