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Marigliano, “Accendete una candela per Alessia che lotta per la vita”: l’appello di don Enzo Miranda

Marigliano, 22 Luglio – “Accendete una candela per Alessia, la nostra giovane concittadina che lotta per la vita”: è l’appello di don Enzo Miranda, padre spirituale della comunità di Faibano durante la messa serale. Annuncia che anche stamattina la messa delle 9.30 sarà di preghiera per Alessia. Sono stazionare le condizioni della 23 enne Alessia Basile. E’ forte e sta reagendo con tutta la sua voglia di vivere. Ha problemi al bacino e maxillofacciali ma per il resto le sue condizioni lasciano ben sperare. Ieri sera tutta la comunità di Faibano si è riunita nella chiesa di San Giovanni Battista per pregare per lei.

Il parroco don Enzo Miranda ha chiamato a raccolta tutto il borgo. A Faibano si è come una grande famiglia e ogni evento diventa collettivo. L’unione si vede proprio nelle avversità. Faibano c’è ed è stretta tutta intorno alla famiglia della povera Alessia e alla sorella Martina costantemente collegata con l’ ospedale del mare. Maledetta mattinata di giovedì. Alessia esce di casa di mattina: indossa una tutta e scarpe di ginnastica. Il suo abbigliamento fa pensare a tutti ad una runner quando è stata vista correre su via Variante 7 bis. Martina invece aspettava una collega che avrebbe dovuto condurla al lavoro, ma la giovane le ha detto che le avevano cambiato turno e che quindi non sarebbe passata a prenderla. Un cambiamento all’ultimo momento.

Sono le 7. 50 pressappoco. Martina deve trovarsi al lavoro alle 8. Confeziona capi di abbigliamento per una ditta di Mariglianella in via XI Settembre, dietro al Conad. Un lavoro inquadrato. Il suo turno è fino alle 14. Deve fare presto. Non si scoraggia e così inizia a correre sulla Variante 7 bis, dalla traversa della Cantinaccia, c’è vegetazione fitta e fogliame lungo la strada che nessuno taglia ,un camion la prende in piano e la scaraventa a terra. Inizia l’incubo. Cade sull’ asfalto torrido, non è cosciente …la bocca è insanguinata. I racconti dei testimoni oculari sono agghiaccianti. Per tutti stava facendo jogging, ma ad accertamenti successivi è emerso che stava raggiungendo il luogo di lavoro. Aveva un thermos . Doveva fare un bel po’ di strada a piedi, ma ciò non influisce sulla tragicità dei fatti e della stessa dinamica. Runner o lavoratrice la sostanza non cambia. E’ una strada di anarchia quella. A via Variante 7 bis, dopo i massicci interventi che furono eseguiti ad horas dalla commissaria prefettizia Mariolina Goglia, che realizzò i guard rail laterali non si è fatto più niente.

Furono interventi eseguiti alla luce di un incidente in motorino mortale. La Variante 7 bis ogni giorno è percorsa da corridori, runner e persone a piedi, l’arteria si sta urbanizzando anche a causa delle numerose attività commerciali. Mancano la segnaletica, dissuasori di velocità, controlli. Gli automobilisti sfrecciano, corrono noncuranti dei limiti che dovrebbero conoscere. Non si può pensare più di affidare al caso la sicurezza. Bisogna creare spartitraffico, piste ciclabili e pedonali. Sovrappassi nelle zone più urbanizzate per consentire di attraversarla. Spesso nei pressi del Conad a Mariglianella un uomo in monopattino l’ attraversa con un bambino in braccio affiancato da una bambina sempre in monopattino. Scene da brividi tra le auto che noncuranti sfrecciano.

Chi abita a Faibano, vive proprio nei pressi di questa arteria che crea collegamenti più agevoli. Non c’è divieto apposto con interdizione dell’ accesso ai pedoni e ciclisti. Basta tragedie, basta chiudere gli occhi sulla sicurezza. Faibano non ci sta e chiede misure di sicurezza. Il primo a soccorrere Alessia è stato un carabiniere in servizio ad Acerra. Si è trovato lì a passare. Si tratta di Raffaele Villano. Il racconto della madre Anna Maione: “Ieri, mio figlio carabiniere che stava andando in servizio ad Acerra è stati lui a vederla per primo, è sceso dall’auto e ha chiamato il 118 e la centrale dei carabinieri ed ha iniziato a parlarle cercando di tenerla vigile ,ma lei con una testa piena di sangue non dava segni di vita su quell’asfalto caldo. E’ stato un dolore molto grande: vicino a lei c era la borsa termica con l’ acqua e un panino”.

Era il pranzo che avrebbe dovuto consumare. Intanto don Enzo Miranda invita ad accendere una luce sul davanzale e a porre fine alle polemiche sul perché e per come. “Preghiamo insieme per la nostra Alessia, affinché il Dio della vita gli dia la forza per vincere questa che è già la sfida più grande della sua giovane età. E pregheremo anche per la sua famiglia: il Signore gli dia la forza per affrontare con fede questa dolorosissima prova! Per chi vuole, sarebbe bello accendere una candela sul davanzale della propria casa, come segno di una preghiera continuata! P.S. Lasciamo stare le questioni di merito, sul perché e sul come di questa disgrazia! Le chiacchiere inutili non servono! Conta solo pregare cristianamente! Forza Alessia!”

Anita Capasso

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