Attualita'

IL FOCUS – L’Accademico multiforme

Omaggio a Luigi (“Gino”) Labruna

Napoli, 9 Maggio – Nell’epoca attuale, purtroppo, le persone altruiste si contano sulla punta di un’unghia: difatti, siamo sempre più attorniati da individui menefreghisti ed egocentrici, i quali, pur di mettersi in bella mostra ed acquisire un pizzico di notorietà, sarebbero disposti finanche a rinnegare – se non, addirittura, a far fuori – un proprio congiunto.

Quella di oggi è una giornata particolare, per la quale dobbiamo essere più che mai grati al Buon Dio: Gino Labruna, già Magnifico Rettore dell’Università di Camerino, nonché Preside dell’allora facoltà giuridica dell’Ateneo Federiciano, compie ottantasette anni, età veneranda sotto ogni profilo, da quello squisitamente accademico a quello della personalità.

Gino è, invero, testimone di una vita universitaria d’altri tempi, ove il goliarda s’impegnava al massimo per raggiungere traguardi che senza impegno sarebbero rimasti null’altro che castelli in aria.

Egli ha sempre premiato i meritevoli e, soprattutto, si preoccupava sistematicamente di agire per il benessere di tutta la comunità accademica, facendosi in quattro finanche per ciò che potrebbe apparire una bazzecola.

Gino mi conobbe…non appena venni alla luce, considerato il profondo vincolo di amicizia intercorrente con mio padre: era contentissimo di udire il mio vagito e, da quel momento, s’affezionò a me come se appartenessi alla sua famiglia di sangue.

Non di rado (generalmente a Pasqua, o ad agosto inoltrato), egli si offriva di ospitarmi, insieme con i miei, nella sua villa di campagna, situata – seppur per pochi metri – nel territorio comunale di Novi Velia, in Cilento; pur tuttavia, tiene sempre a precisare che, pochi metri più avanti, v’è il confine con il Comune di Vallo della Lucania, paese d’origine dei suoi cari (il padre, tra l’altro, fu docente di latino ed italiano del mio compianto Papà ai tempi del liceo): ecco perché Gino, ogniqualvolta si riferisce alla casa sunnominata, è tuttora avvezzo a parlare di “Vallo” piuttosto che di “Novi”, anche perché il centro abitato più vicino – peraltro raggiungibile tranquillamente a piedi – trovasi, per l’appunto, in agro vallese.

Desidero quest’oggi manifestare la mia gratitudine verso Gino, figura onnipresente sin da quando ero in fasce: malgrado i suoi impegni, egli continua a dar prova di un’umanità quasi senza eguali, dal momento che accetta di prestarmi ascolto ogniqualvolta ne necessito e, soprattutto, m’impartisce consigli preziosi su come affrontare quella vita quotidiana che ha sempre condotto con onestà ed attenzione ai minimi dettagli, come in Ateneo così in ambito sociale.

L’essermi posto degli obiettivi e, specialmente, il fatto di averne centrati alcuni è anche merito suo, perché, proprio come farebbe un genitore coi propri figli, non mi ha mai mollato, specie successivamente alla dipartita prematura di mio padre.

Da un crine canuto promana saggezza, virtù che Gino incarna tuttora: gli porgo, pertanto, i miei affettuosi auguri per il suo genetliaco, rinnovando la mia gratitudine per tutto ciò che ha fatto e sta continuando a fare per me.

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