Politica

Covid, settore Fitness. L’appello di Madonia a Conte:”Non chiediamo di aprire domani ma di sapere quando riprenderemo il nostro lavoro”

L’accorato appello di Alessandro Madonia al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte in rappresentanza del settore fitness

 

Napoli, 22 Dicembre – Non si tratta di una chiamata all’azione per tutelare l’economia di un settore chiaramente già in difficoltà e colpito duramente dall’emergenza Covid, l’appello che Alessandro Madonia, CEO di Palestre di Successo, rivolge attraverso i Social Network, al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, è una preghiera di chiarezza.

Quello che manca è una seppur non definitiva, previsione di quella che potrà essere una riapertura dei Centri e una ripresa del settore fitness – dice Alessandro Madonia – non chiediamo di aprire domani o di riprendere al più presto l’attività, nonostante il comparto sia in grande difficoltà ma di poter pianificare una ripresa. Non discuto sul quando, anche se si dovesse riaprire nel 2021 o se dovesse prevedere la vaccinazione dell’intera popolazione prima, purché si inizi a parlare del problema e si programmi. Non è solo una questione economica, quello che mi preoccupa di più è il senso di incertezza e precarietà che noi operatori del settore fitness viviamo già dal precedente lockdown e dal quale non riusciamo a venirne fuori perché non si affronta il problema.

Tutto questo colpisce psicologicamente noi operatori ed è molto peggio della difficoltà economica, seppur altrettanto grave. Ma se in un momento così difficile e senza precedenti per il nostro settore, siamo chiamati già a dover lottare contro la crisi che stiamo vivendo, non possiamo permetterci il lusso di crollare psicologicamente e di cadere nel baratro dell’incertezza. La nostra mente per affrontare quanto sta accadendo deve proiettarsi verso una certezza, ovvero quella di rimettersi in movimento, riappropriarsi del proprio lavoro anche se non sarà nell’immediato”.

Il Dpcm del 25 Ottobre 2020 ha annunciato la chiusura di Palestre e Piscine e ad oggi, non c’è nessun accenno a quando l’attività possa riprendere. Non comunicare una previsione, oltre ad infierire su un settore colpito pesantemente dall’emergenza Covid, va a destabilizzare gli operatori da un punto di vista psicologico, determinandone un fallimento certo, innanzitutto personale.

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