Napoli, 8 Febbraio – “Io sono stata ad Amatrice subito dopo il terremoto. Si immagini Amatrice, ma moltiplicato per dieci”. Così all’ANSA la dottoressa Cristiana Lupini, team leader della squadra Usar – Unità speciale di ricerca dell’Ares 118 del Lazio, al telefono dalla periferia di Antiochia, dove sta lavorando nella ricerca di sopravvissuti assieme ai vigili del fuoco.
“Ma queste – dice ancora – non sono strutture di pietra come ad Amatrice. Questo è cemento armato, ha un peso differente, e gli edifici hanno più piani rispetto alle case di Amatrice. Qualche palazzo si è salvato, ma solo dal crollare: non è né agibile né praticabile, e c’è il rischio di crolli successivi. Una cosa così non l’ho mai vista – prosegue il medico – Io sapevo quello che andavo a fare, e devo dire che non c’è una tendenza ad aspettarsi qualcosa. Nessuno si aspettava neanche quello che abbiamo trovato ad Amatrice. Dalle immagini che vedevo dei palazzi crollati mi ero resa conto, ma certo l’impatto di persona è differente”.
Rispetto agli sfollati, “stanno per strada, in macchina, o davanti a falò fatti al momento ai piedi degli edifici nei quali abitavano. Quelli, almeno, che non sono in ospedale o negli spazi e nelle tendopoli allestite dalla Protezione Civile”.
Drammatica la situazione anche in Siria. “In Siria fa incredibilmente freddo in questo momento. Molte persone, compresi i bambini, possono essere ancora intrappolate sotto le macerie, altre sono senza casa e si arrangiano come possono, anche dormendo nelle auto. Siamo particolarmente in ansia per i bambini che dormono all’aperto a temperature gelide”. Lo dichiara Kathryn Achilles, Direttore media e comunicazione di Save the Children Siria.
La Ong è preoccupata, le temperature gelide di questi giorni e i danni riportati da strade e aeroporti rendono difficile i soccorsi. Le organizzazioni umanitarie fanno fatica a raggiungere migliaia di bambini e le loro famiglie che, spiega Save the Children, “hanno un disperato bisogno di assistenza dopo il devastante terremoto di lunedì”. In Siria il sisma si aggiunge a un conflitto che dura ormai da quasi 12 anni. Sono quasi 3 milioni gli sfollati interni nel Nord-Ovest della Paese e 1,8 milioni di persone vivono nei campi dell’area colpita dal sisma.
Save the Children si è attivata per rispondere all’emergenza nelle regioni colpite, dove i sopravvissuti hanno bisogno di ripari, coperte, cibo e cure mediche, in uno scenario in cui, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, circa 23 milioni di persone, tra cui circa 1,4 milioni di bambini, potrebbero essere colpite dal terremoto.
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