Cultura

SO CLOSE TO MISS YOU: il primo romanzo della scrittrice napoletana Rosamaria Palma

Napoli 14 Luglio – Sentire l’odore di un bel libro fresco di pubblicazione è sempre un piacere gradito per i lettori incalliti come la presente, quando quel libro è il frutto di lavoro di una giovane scrittrice napoletana è ancora di più un piacere, quasi una speranza. La speranza che l’arte e la manifestazione creativa del pensiero possano sempre trovare la strada verso la luce…in questo caso verso la pubblicazione. Questa la storia di Rosamaria Palma, giovanissima, fresca di studi e con tanti obiettivi da raggiungere. So Close to miss you è il suo romanzo di esordio, una storia di amore, di lotta e di corsa contro il tempo, il tutto nella cornice dei quartieri e delle strade di Seoul.

Rosé è una studentessa che ottiene una borsa di studio per un’esperienza di un anno accademico all’Università di Seoul. Qui incontra Christian e tra loro l’intesa e l’amore è al primo colpo. Ma il mondo in cui entra Rosé non è diverso solo per usi e costumi, scoprirà un mondo magico e stregato, dove dolori passati si trasformeranno in dannazioni eterne. L’amore dei due protagonisti diventa ostaggio del Male che li circonda. Per salvare quest’amore Rosé viaggerà molto, affronterà tante prove. Capirà che solamente i sentimenti veri hanno la forza di salvare gli animi innocenti.

In occasione della pubblicazione del romanzo decido di fare quattro chiacchiere con la sua autrice, di conoscerla meglio per raccontare con parole sue e attraverso i suoi occhi il mondo cui ha dato vita la sua penna. La ragazza che ho davanti è giovanissima, studentessa pronta ad intraprendere studi in medicina, impacciata ma allo stesso tempo sicura di sé, una giovane donna con obiettivi chiari e motivata nel loro raggiungimento.

Cerchiamo di rompere il ghiaccio. Parlami di te. Cosa ti piace? Che tipo di persona sei?

“Sono una ragazza normalissima, come tutte le altre. Sono una studentessa dell’istituto odontotecnico di San Giuseppe Vesuviano in provincia di Napoli. Mi piace la danza e il movimento, quando non sono impegnata negli studi è qui che ritrovo la mia seconda casa, nella danza”.

Cosa rappresenta per te la lettura? Cosa ti piace leggere?

“La Rowling con la saga di Harry Potter è sicuramente tra le mie letture preferite. Quando ero più piccola non ho amato la lettura in maniera particolare, poi ho cominciato a leggere qualche classico, tra cui Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen, e ho scoperto il piacere calmo e rilassante della lettura. In questi giorni sono alle prese con  Il fu Mattia Pascal di Pirandello, mi sta appassionando molto, sebbene sia distante per modo di scrittura e mondo creato dall’universo di Harry Potter”.

Quando ti sei accorta che leggere non era più abbastanza e hai avuto il desiderio di dar vita ad un mondo di tua invenzione?

“Da che ricordi ho sempre avuto l’idea di scrivere qualcosa di mio, anzi più libri leggevo e più serie tv guardavo e più pensavo di poter contribuire al mondo artistico con qualcosa di mio. Ho cominciato in primo momento a scrivere sul social Wattpad, lì hai la possibilità di leggere e scrivere prodotti originali”.

Com’è nata l’idea del tuo primo romanzo “So close to miss you”? È stato complesso passare dall’idea alla costruzione dell’impalcatura di significato che fa un romanzo?

“È stata una scrittura di getto, più scrivevo e più mi venivano in mente modi di sciogliere un nodo e di portare avanti la storia e questo mi motivava tantissimo a continuare. Rileggendo ho notato che stava prendendo forma un prodotto che mi convinceva, per questo ho deciso di non rivolgermi ai social ma di rispondere ad un annuncio trovato online. Il Gruppo Editoriale Albatros dava la possibilità, inviando il manoscritto, di pubblicare opere inedite. Non ci ho pensato due volte, ho deciso di lanciarmi, ci ho creduto e sono stata premiata”.

Cosa ci si deve aspettare dalla lettura del tuo romanzo?

“All’inizio può sembrare una storia banale, un amore adolescenziale ma man mano che si va avanti lo scenario cambia, non ci troviamo più in un mondo ordinario, c’è la componente del magico, del fuori dall’ordinario, si va alla scoperta di molti luoghi, ognuno con i suoi miti e le proprie leggende, si incontreranno tanti personaggi, ognuno abitante di un mondo diverso e con qualcosa da dire e da contribuire”.

In effetti un po’ di “inganno” nei confronti del lettore l’ho percepito anch’io nella lettura che ho avuto modi di fare. È così?

“Sì in effetti è così, mi sono divertita a giocare col mio lettore ideale, gli ho fatto credere di trovarsi in un mondo in cui valgono le stesse regole che valgono nel mondo reale e che la storia cui stesse per assistere fosse quella di una studentessa napoletana in viaggio presso un’università straniera. Poi, senza molti complimenti, mi sono divertita a togliergli il terreno da sotto i piedi, a minargli tutte le sicurezze acquisite e adottare un nuovo atteggiamento nei confronti della storia”.

Qual è il messaggio che hai voluto lanciare?

“Ho voluto sottolineare con questa storia che se c’è l’amore, c’è tutto. Nel titolo che in italiano suona “tanto vicino da perderti”, ho voluto sottolineare come i destini dei due protagonisti siano costantemente incerti, fino alla fine non si saprà se potranno unirsi o le loro vite saranno spezzate per sempre. Ma sì, l’idea è che l’amore sovrasta ogni cosa e dà la forza di affrontare ogni difficoltà. L’amore che accetta sofferenze individuali pur di far bene alla coppia e alla persona amata. Anche l’antagonista della storia, Alexander, incarna questo ideale. All’inizio ha una vita normale, minata da episodi di sofferenza propri e della moglie, che cerca in tutti i modi di aiutare. Proprio perché non riesce a farlo in lui avverrà una trasformazione, al termine della quale si troverà radicalmente cambiato. Il suo obiettivo rimarrà sempre lo stesso: trovare la pace con la moglie Beatyve. Sarà poi lei a trovare il compromesso giusto pur di stare insieme”.

Nel mondo editoriale vige la regola di scrivi quello di cui hai esperienza e conosci bene. Il romanzo porta il lettore in vari posti differenti, anche geograficamente distanti tra loro, ci ritroviamo a New York, a Firenze, a Seoul, in Thailandia. Che tipo di lavoro di documentazione hai fatto nel cercare di rendere familiare al lettore dei posti che non sono familiari a te stessa?

“Ho portato avanti un lavoro di documentazione multiplo: ho raccolto testimonianze di persone che in quei luoghi ci sono realmente andati e ci hanno vissuto, mi sono servita molto del web e sono andata, seppur virtualmente, a “visitare” quartieri, stradine, ho letto di leggende, tradizioni, insomma il lavoro di documentazione, com’è giusto che sia, c’è stato ed è stata una parte consistente ed importante del processo di scrittura”.

Hai già in mente altri progetti?

“Il processo di scrittura non si arresta mai. Continuo sempre a scrivere e attualmente sto già scrivendo un’altra storia. Non so dove mi porterà o se vedrà mai la luce. Lo scopriremo”.

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