Napoli, 1 Maggio – L’articolo 1 della nostra Costituzione, afferma che l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro, ciò determina che tutti devono avere la possibilità di lavorare contribuendo così alla vita economica, politica e sociale del Paese.
Il lavoro è fondamentale per la sopravvivenza fisica e spirituale di ogni essere umano, ed è a mio parere un valore non una fatica, non qualcosa da cui sfuggire. Tutto ciò che non concorre a ciò, soprattutto se giovani, è un danno permanente per sé stessi e per la società in cui si vive. Uno Stato in salute crea posti di lavoro e non assistenzialismo laddove non necessita.
La storia ci racconta che i nostri padri, nonni, lavoravano praticamente in fasce. Non tanto lontano da oggi, negli anni 70, quindi appena un cinquantennio fa, si andava a scuola e si lavorava. Tutti i ragazzini miei coetanei facevano i “garzoni”, si iniziava ad imparare il mestiere. Terminata la scuola, si andava a lavorare, non in vacanza, l’unica vacanza era il mare di domenica o nei giorni di Ferragosto. Noi giovanissime donne, invece, iniziavamo già ad occuparci delle faccende domestiche e dei fratelli più piccoli, mentre i genitori lavoravano, e d’estate almeno per quanto mi riguarda, andavo ad imparare a cucire. Nessuno di noi si lamentava, si ammalava, o si sentiva sfruttato, anzi eravamo felici di contribuire al benessere della famiglia.
Narro ovviamente di lavori che non influenzavano la crescita, che non erano invalidanti per un corpo in piena fase di accrescimento. Il pregio di quegli anni era: “EDUCARE AL LAVORO”, lo scrivo in maiuscolo per enfatizzare l’importanza di ciò. In una società come quella attuale, tali genitori andrebbero perseguiti e i loro figli finirebbero in comunità.
Le lotte fatte per dare giustizia al lavoratore, non sfruttarlo, elevarlo e glorificarlo, perché così dovrebbe essere, in quanto persona degna di ogni lode e onore, restano fondamentali e vanno incrementate sempre più, il lavoro nobilita davvero gli esseri umani.
In questa giornata commemorativa, rivalutiamo l’importanza di educare al lavoro, facciamolo capire ai nostri giovani e a chi lo offre invece, di rendere tutti gli onori e il giusto salario a chi occuperà la maggior parte della vita per dare benefici alla sua attività.
Dietro un lavoro ci sono persone, famiglie e le future generazioni. Un conto corrente pieno non è mai passato alla storia, un datore di lavoro onesto e giusto sì.
Buona festa a tutti perché ognuno di noi resta un lavoratore per sempre.
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