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Palma Campania, intervista al sindaco Nello Donnarumma a 6 mesi dal suo insediamento

Palma Campania, 31 dicembre – La fine dell’anno è tempo di bilanci: si tirano le somme su ciò che è stato fatto e si stilano i buoni propositi per l’anno che verrà. A 6 mesi dall’insediamento della nuova Giunta del Comune di Palma Campania, facciamo il punto della situazione con il sindaco Nello Donnarumma.

 

Sindaco, una delle cose che le persone subito notano è la sua giovane età. A suo avviso, costituisce un punto di forza o di debolezza?

«Io non sono per il giovanilismo, a prescindere. Non per forza un sindaco giovane è bravo, così come non è detto che una persona più in là negli anni sia un dinosauro che non possa più approcciare con la PA. Tutto sta alle persone. Io, dal mio canto, cerco di formarmi tanto: seguo corsi di formazione a Roma con l’Anci, cerco di scambiare buone pratiche con gli altri amministratori e di confrontarmi con realtà diverse ma che hanno più o meno gli stessi problemi. Potrei essere anche un settantenne che fa queste cose. Poco cambia. Se vogliamo dirla tutta, a trentatré anni, secondo me, non si è così giovani. È questo un problema tutto italiano e, se vogliamo, anche un modo per trovare un difetto: una persona giovane è una persona che non ha scheletri nell’armadio ma è anche una persona che non ha esperienza. Io penso di avere l’esperienza giusta: in poco tempo ho fatto sia l’assessore che il consigliere dell’opposizione, quindi conosco la macchina amministrativa e so cosa vuol dire tenere le fila politiche di una maggioranza.»

 

 

I risultati elettorali del giugno 2018 hanno evidenziato un desiderio di rinnovamento. Una voglia di nuovo che era già esplosa a livello nazionale – con la Lega e il Movimento 5 Stelle – e che poi ha trovato conferma anche a livello locale. A suo avviso, perché i palmesi hanno visto proprio in “Ora” i possibili fautori e attuatori del cambiamento?

«Dall’altra parte c’era la vecchia amministrazione uscente, più una serie di politici che si sono riproposti dopo qualche anno ma che avevano governato quando io andavo alle elementari. Noi costituivamo la vera novità rispetto a quello che si era sempre visto. Infatti, nonostante le pressioni ricevute, abbiamo scelto di non candidare nessuno dell’amministrazione uscente.

Naturalmente il cambiamento poi bisogna metterlo in pratica. Non è una cosa semplice. Non è una cosa che fai con uno schiocco di dita o con la bacchetta magica… ma noi ci crediamo. Non vogliamo fare cose straordinarie, l’abbiamo sempre detto. Noi vorremmo semplicemente un paese “normale” e, a oggi, Palma Campania non lo è, o non lo è ancora. Perché è un paese che è stato lasciato per troppo tempo nell’oblio, è stato lasciato alla mercé di tutti, è diventato una terra di nessuno. Vorremmo un paese in cui si rispettino le regole, dove si possa uscire senza aver paura, dove si possa andare al parco, dove, semplicemente, si possa vivere.»

 

Durante la campagna elettorale, Lei hai sottoscritto un patto con la cittadinanza palmese, che si snoda intorno a 10 punti fondamentali, intorno ai quali si sarebbe dovuto incentrare l’operato dei primi 200 giorni. Ad oggi, Lei può dirmi di aver mantenuto le promesse?

«Ho sempre con me il manifesto dei primi 200 giorni, è una sorta di vademecum giornaliero. Posso dire che l’abbiamo rispettato quasi del tutto. Il manifesto parlava di ripristino della legalità e l’abbiamo fatto. Non c’è mai stato un numero di interventi così alto come quello degli ultimi mesi. Ne facciamo uno a settimana, con regolarità. Prima se ne faceva uno ogni sei mesi. Dal primo gennaio 2018 a oggi, contiamo 1.200 unità in meno all’anagrafe: cancellazioni senza fissa dimora, gente che se n’è andata perché sa che non può fare più i suoi porci comodi nel nostro paese. Si può fare di più? Sicuramente, ma perlomeno, oggi, le persone prima di commettere un’irregolarità ci pensano due volte perché sanno che ci sono una serie di interventi.

Le Guardie ambientali? Abbiamo fatto il corso. L’abbiamo detto e l’abbiamo fatto.»

 

Se dovesse dirmi in che % è stato rispettato il manifesto?

«Credo che siamo riusciti a rispettarlo per un buon 90%.»

 

Concentriamoci sui punti che non sono stati rispettati…

«Ci sono alcune cose che non si vedono ma che abbiamo fatto. Faccio un esempio: abbiamo promesso i bagni pubblici in piazza Mercato. Li abbiamo acquistati nel mese di ottobre ma purtroppo la ditta ce li consegna a febbraio. Abbiamo preso dei bagni automatici autopulenti, che funzionano con una monetina di 0,20 euro. Così evitiamo anche la “camorra” della persona fuori ai bagni.

Abbiamo avuto un problema simile con l’illuminazione pubblica. L’abbiamo impegnata nel mese di ottobre. Arriverà a inizio febbraio… perché abbiamo voluto una luce calda nel centro storico.

L’unica cosa che realmente non abbiamo rispettato è la consegna dei loculi cimiteriali: su 680 ne abbiamo consegnati, fino a oggi, 340. Dall’avvio dei lavori della vecchia amministrazione è passata un’eternità. Gli intestatari erano per lo più persone anziane, che sono purtroppo decedute. Quindi, abbiamo dovuto fare non solo i contratti ma anche le volture agli eredi, molto spesso 2-3 figli, alcuni di questi vivono fuori…abbiamo dovuto fare un lavoro immane. Viste le difficoltà incontrate, consegnare 340 loculi è stato, a mio avviso, già un risultato enorme. Nei primi mesi del nuovo anno consegneremo a tutti il proprio loculo.»

Per rianimare il centro storico sono stati predisposti incentivi per le nuove attività commerciali, per un importo massimo di agevolazione finanziabile pari a 10.000 euro. Quante attività ne hanno usufruito?

«Abbiamo predisposto complessivamente 40.000 euro. Ne hanno usufruito in totale cinque nuove attività: di queste, tre hanno avuto il bonus massimo di 10.000 euro. Credo che nel circondario non ci sia mai stata un’operazione così forte di incentivo all’apertura del commercio. Per il nuovo anno proveremo a mettere nuove risorse. Non è facile, però ci proviamo. Continueremo su questa strada.»

 

Lo sviluppo del paese passa anche per l’incremento delle opportunità lavorative. Cosa è stato fatto da questo punto di vista, con particolare riferimento alla zona Pip, in località Gorga?

«Stiamo lavorando molto su questo fronte anche se abbiamo trovato non una, ma molte difficoltà. La situazione lasciataci non è proprio di quelle tranquille. La prima zona industriale è una sorta di “aborto”; parliamo di una zona industriale che fino a un anno, un anno e mezzo fa, non aveva i sottoservizi: alcuni non avevano la corrente, andavano avanti con il gruppo, altri non avevano il telefono. E stiamo parlando di una zona industriale… Ormai quel che è fatto è fatto, cerchiamo di salvare il salvabile. Investiremo 740.000 euro per la nascita di un parco giochi in quell’area. Porteremo una colonnina per la ricarica delle auto elettriche e stiamo pensando di portare anche una Casa dell’Acqua.»

 

Il Carnevale è sicuramente il nostro fiore all’occhiello. Ci state lavorando molto e avete già ottenuto un riscontro tangibile. Ce ne vuole parlare?

«Credo che il Carnevale sia il nostro più grande know-how. Possiamo smettere di essere visti come la città dei bengalesi ed essere finalmente riconosciuti in maniera positiva, al di fuori dei nostri confini, solo se iniziamo a puntare sulle nostre tradizioni. Il Carnevale può fare da traino a tutta una serie di risorse che Palma ha (Castello, la pineta Tribucchi, il mangiar bene, il mangiar sano…) e può sviluppare un indotto positivo per il nostro paese.

Palma Campania, fino a oggi, aveva ottenuto un solo finanziamento dalla Città Metropolitana di Napoli, di 40.000 euro. Noi, in soli sei mesi, abbiamo avuto 70.000 euro dalla Regione Campania e circa 90.000 euro dal Ministero per i beni e le attività culturali. È un caso? Diciamo pure che è un caso. Però la cosa realmente triste è che Palma, con una tradizione carnascialesca che va oltre i 100 anni, non aveva mai partecipato a un bando che era riservato proprio ai Carnevali storici. Questa è la colpa! La colpa non è quella di non aver avuto finanziamenti, la colpa è quella di non essersi mai presentati! Al di là dei 90.000 euro che ci sono stati assegnati, finalmente siamo dove meritiamo di essere e dove dovremmo essere sempre. Con il nostro Carnevale siamo rientrati nella lista dei trenta Carnevali storici più importanti d’Italia, insieme a Viareggio, a Cento, a Putignano…e siamo gli unici in Campania. Il Carnevale può “salvare” Palma Campania!»

 

Se pensa ai suoi primi mesi di operato, di cosa va più fiero?

«Della mia squadra, senza dubbio. Penso di essere circondato da persone, con le quali c’è un grande dialogo, un grande confronto quotidiano e, soprattutto, un’unità di intenti. Ho trovato persone motivate, persone che hanno voglia di fare; molte di loro sono alla prima esperienza e, quindi, molte di loro hanno dovuto fare, per la prima volta, i conti con le “violenze” della politica, con quelle che sono le dinamiche “sporche” di questo mondo. Però quando c’è una squadra coesa, quando c’è la voglia di fare, e, soprattutto, quando il vero faro è il programma, nulla ti può fermare. Ci puoi mettere un po’ più di tempo ma alla fine all’obiettivo ci arrivi.»

 

Conosce il film “L’ora legale” del duo comico Ficarra e Picone?

«Si, abbiamo scherzato spesso su questo film.»

 

Il film è ambientato in un paesino in cui la gente è ormai stufa della vecchia classe politica… si vuol girare pagina. Ma, giunti al momento di cambiare per davvero, le persone si tirano indietro. Questo per dire che per i cittadini le responsabilità appartengono solo ed esclusivamente a una cattiva amministrazione e alla politica, senza tenere minimamente in considerazione che il vero cambiamento deve partire anche dal basso e, quindi, dai cittadini stessi.

Alla luce di queste considerazioni, Lei pensa che Palma sia pronta a un reale cambiamento? I palmesi stanno collaborando al cambiamento?

 

«Che il cittadino palmese possa avere un’aspettativa nei confronti di quest’amministrazione è una cosa legittima… e guai se non fosse così! Che quest’amministrazione non possa da sola salvare questo paese è altrettanto vero. Nessuna amministrazione potrebbe farlo. Ci vuole sicuramente un po’ di sano civismo da parte di tutti per recuperare questo paese. E lo possiamo fare se da noi parte il buon esempio, se riusciamo a far capire che se c’è una regola, questa vale per tutti… anche per il sindaco. Il faro deve essere la legge.»

 

Cosa ci dobbiamo aspettare per il 2019?

«Per il 2019 dobbiamo aspettarci un paese che continui su questa marcia, cioè sulla marcia del cambiamento, quello che porti a un paese “normale”, più tranquillo, dove c’è il rispetto delle regole, un paese in cui dobbiamo riappropriarci anche dei nostri spazi. Una volta che saremo riusciti a far ripartire il centro storico, a macchia ci allargheremo su tutto il resto. Teniamo sempre in grande considerazione la frazione di Castello, dove faremo degli interventi – ci auguriamo – già nel 2019, così come le altre periferie. Inizieremo una grande rivisitazione di tutti i siti che sono diventate discariche a cielo aperto per ripulirli completamente. Stiamo rivedendo tutto il sistema di telecamere che è obsoleto e, mi dispiace dirlo, perché è stato fatto da poco. Abbiamo avuto 200.000 euro dalla Regione per adeguare le scuole con le strumentazioni antincendio. Faremo degli interventi soprattutto sul verde, con la ripiantumazione degli alberi. Vogliamo investire fortemente sui sentieri che portano a Castello e, su questo versante, ritengo che Tribucchi sia un grandissimo asset che noi possiamo sfruttare.

Sarà, quindi, un anno faticoso, un anno in salita. Non avrete un sindaco sempre presente perché penso che a Palma, in questo momento, sia più utile un sindaco che va al Ministero per prendere i fondi del Carnevale, che sta in ufficio per discutere di alcune tematiche importanti… piuttosto che un sindaco che faccia pierraggio al bar qui sotto. Ai miei concittadini dico che la mia porta è sempre aperta. Se hanno dei problemi da espormi, sono pronto ad ascoltarli.

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