Cultura

Napoli, Museo Pignatelli: grande successo per il Progetto di “Scultura Estesa 3”

Napoli, 15 Giugno – Si è conclusa ieri la terza tappa del progetto espositivo “SCULTURA ESTESA #3” presso il giardino del Museo Diego Aragona Pignatelli Cortés a Napoli, realizzata in collaborazione con il Ministero della Cultura, Direzione regionale Musei Campania.

Terza tappa di un progetto espositivo della durata di un mese, che punta a valorizzare la creatività artistica degli studenti del Corso di Scultura dell’Accademia di Belle Arti di Napoli.

All’inaugurazione hanno preso parte: Marta Ragozzino, Direttrice regionale Musei Campania; Renato Lori, Direttore Accademia di Belle Arti di Napoli; Fernanda Capobianco, Direttrice Museo Diego Aragona Pignatelli Cortes; Rosaria Iazzetta, Coordinatrice della Scuola di Scultura dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, insieme al corpo docenti della Scuola di Scultura; Diego Esposito, Curatore mostra;  Gli allievi della Scuola di Scultura dell’Accademia di Belle Arti di Napoli seguiti da un ampio pubblico.

Le prime due edizioni si sono tenute al Palazzo della Cultura di Potenza, nel dicembre 2021, e nei suggestivi spazi dell’ex Carcere Borbonico di Avellino nel marzo del 2022.

Questa terza edizione ha visto protagoniste 23 opere inedite degli allievi dell’Accademia esposte nel giardino storico di Villa Pignatelli a Napoli. Gli artisti hanno presentato le proprie opere, esponendone i dettagli a tutti i visitatori.

Il concept su cui si sono ispirati i giovani artisti per le loro opere è il binomio Arte/Natura. Ponendo l’attenzione su alcuni temi della vita: dallo spreco delle risorse naturali al dramma dell’inquinamento, dal ciclo d’interazione tra uomo e natura al fragile equilibrio del loro rapporto, dalla ricerca dell’Io interiore alle nuove visioni della spiritualità, dalla ricerca della bellezza a una nuova estetica.

Tra i ventitrè artisti selezionati dalla Scuola di Scultura dell’Accademia di Belle Arti di Napoli vi è la giovane studentessa dell’Accademia Annalisa Ambrosia, che dopo aver frequentato il corso di Pittura è passata alla scoperta della Scultura.

Ha esordito con la sua prima opera scultorea, dal titolo Busto Maschile (formata da un busto in Terracotta su base di colonna liscia, tuscanica-etrusca).

La scultura è stata posizionata all’esterno adiacente al retro del Museo Diego Aragona Pignatelli Cortés, la cui facciata ricorda proprio un tempio greco-romano, al suo interno ci sono le grandi sculture classiche visibili dalla parete di vetro sulla scalinata, oltre il colonnato. Ispirandosi all’arte classica, basata su forza, potenza fisica, canone estetico, centralità dell’uomo, Ambrosia ha rivisitato questi concetti con una nuova rappresentazione, rendendo il busto imponente, da lei realizzato, in una posa plastica che riporta l’attenzione sul corpo posta dagli stessi maestri dell’arte antica.

Lei stessa ha dichiarato che: “L’opera si intende come un ritorno al passato, al classico, accentuando la forza e la potenza fisica. Attraverso antiche rovine emerge un nuovo canone e modello estetico in chiave contemporanea. L’uomo è al centro di tutto”.

I canoni estetici sono stravolti nella sproporzione, dovuta all’eccesso nella fisicità scultorea, poiché può essere associata al corpo maschile muscoloso e palestrato dell’epoca attuale.

La superficie della scultura è ben lavorata si riescono a scorgere i vari tocchi di lavorazione, il retro della schiena è ben definito, gli addominali sono ben scolpiti, mentre la parte superiore ed il resto delineano un non finito, l’artista non ha definito espressamente, in modo reale, il tutto.

Si possono notare delle scanalature, delle crepe e parti molto modellate che rendono l’opera originale. Una tecnica del non finito che va a riprendere il significato intrinseco dell’arte classica antica, che emerge dalle sue stesse rovine per raccontare qualcosa di nuovo e di attuale.

La scultura girata verso il tempio, ricreava lo stesso legame sia col passato che col presente.

Ad Annalisa Ambrosia  abbiamo rivolto alcune domande.

Cosa ti ha fatto protendere verso la scelta di proseguire i tuoi studi cambiando dalla pittura alla scultura?

“Ho sempre avuto attrazione verso entrambe queste arti, ricordo che quando decisi di iscrivermi in Accademia il primo anno ero indecisa su quale dei due corsi scegliere perché non potevo iscrivermi ad entrambi. Ci riflettei molto e la spinta della pittura prevalse. Era inevitabile il mio avvicinamento alla scultura, quando dentro di te senti quella scintilla e quella passione che non si esaurisce mai. Posso dire per certo che è un continuo di stimoli ed ogni cosa si lega all’altra perfettamente anche se potrebbe sembrare completamente diversa in questo caso confermo che la differenza tra pittura e scultura l’ho sentita tanto, per vari motivi. Ma la soddisfazione è grande, il mondo dell’arte è così vasto e contemporaneamente si possono percorrere strade diverse. Inoltre non ci sono solo differenze ma anche similarità, lo studio di base che ho acquisito in parte vale anche per la pratica scultorea. O addirittura il fatto di introdurre elementi altri che sono al di fuori della materia può essere una svolta produttiva e interessante”.

Quindi adesso la tua ricerca artistica è cambiata? Se sì in che modo? Hai lasciato la pittura?

“Non ho lasciato la pittura, ho continuato a dipingere. La mia ricerca artistica è sempre in metamorfosi ed evoluzione. In breve i punti principali sono il colore, la forma e il corpo. Tecniche e procedimenti sono costantemente modificati. Ultimamente sto lavorando molto sul corpo maschile, ho in cantiere altri prototipi e sculture da terminare. Proprio di recente anche in pittura mi sono focalizzata sul corpo maschile, sempre un busto su tela da cui già si leggeva l’impronta scultorea. Sto sperimentando materiali e tecniche con la materia. Successivamente la mia idea è di trasferire la mia pittura nella scultura. Per adesso faccio un passo alla volta. Ho solo iniziato con un semplice busto a dimensione reale come prima volta non male direi”.

Potresti parlaci della mostra, e dei tuoi prossimi progetti?

“La mostra a Villa Pignatelli mi ha incuriosito da subito, mi sono proposta immediatamente. La location è meravigliosa e suggestiva anche se è un leggermente nascosta basta uscire dal cancello e ci si affaccia sulla Villa Comunale e il lungomare straordinario di Mergellina. È stata una bellissima occasione, tanto impegno e duro lavoro ripagato. Sono stati tanti i visitatori, turisti, gente del luogo e gruppi scolastici. L’arte è condivisione, deve essere vissuta. L’evento Scultura Estesa #3 , già nel titolo l’aggettivo esteso mi piace perché mi fa pensare a qualcosa che va oltre.

Non riguarda una cerchia ristretta di persone, un settore o qualcosa di chiuso ma si estende sia nella sua tangibilità che nelle vedute della mente, anche nel modo di pensare appunto. La mostra è durata circa un mese, quasi mi dispiace stia per terminare, il tempo vola quando si fanno cose belle, rimarrà un bel riscontro.

Si, ci sono altri progetti, forse troppi, infatti non riesco a focalizzarli. Soprattutto tantissime altre nuove idee. Ho partecipato adesso ad una mostra a Positano con un’altra scultura, la seconda, dal titolo Partenope, in concomitanza con la canzone di Liberato da cui mi sono fatta suggestionare. Quest’altra scultura nasceva come indagine personale ed introspettiva.

Avevo chiaro fin da subito cosa dovesse rappresentare. L’elemento chiave è l’acqua, è una sorta di autoritratto che si sofferma su uno stato psicologico e fisico, a un tratto anche extrasensoriale. Alla fine di tutta un’indagine psicologica, divento una sirena. A ragione del fatto che ho sempre avuto un legame speciale col mare, innato. Che va oltre il concetto di vacanza estiva. Che si lega alla natura e all’ideale di libertà”.

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