Cultura

“La vita in una boccia”, silloge del progetto Opera Indomita Scriptura: intervista alla scrittrice Luisa Di Francesco

Napoli, 30 Luglio – Il 25 luglio è stata pubblicata la silloge “La vita in una boccia” del progetto senza fini di lucro Opera Indomita Scriptura di Pietro Damiano e curata dalla Scrittrice Luisa Di Francesco.

Un cofanetto che racchiude 98 poesie  di 33 autori, ecco chi sono: Ambrosio Mapello Sandy, Buonagura Michela, Cangi Carmen, Cataldi Pasquale, Celano Maria, Cersosimo Maria Laura, Curzi James, Di Bartolomeo Cristina, Di Francesco Luisa, Di Paolo Antonietta, Enea Stefania, Fabris Domenico, Faniello Domenico, Ferrara Maria Rosa, Flaminio Raffaele, Gabaldo Monia, Gallicchio Francesco, Ghiribelli Francesca, Gradante Massimiliano, Iacovone Giovanna, Latorre Maria Pia, Leonardi Alessandra, Marrone Eleonora, Mezzanotte Francesco, Peluso Maria Teresa, Pericolo Mariapina, Piccini Claudia, Pruiti Ciarello Simona, Redavid Angela, Siani Stefania, Spasov Hari, Vallario Anna Maria e Zuccone Pier Giorgio.

Per raccontare di questa emozionante raccolta di poesie abbiamo intervistato la docente di materie letterarie e pluripremiata scrittrice di racconti e testi poetici Luisa Di Francesco.

Chi ha scelto questo titolo e qual è il significato?

“Il titolo della raccolta poetica, “La vita in una boccia”, è stato scelto da me. Come dico anche nella prefazione da me redatta, nello scegliere l’elemento unificatore della raccolta poetica ho pensato ad un “tema” che potesse esprimere, pur nel variegato contributo di ciascuno dei poeti partecipanti, questo tempo che potrei definire “sospeso” (almeno fino a poco tempo fa…) che ha visto e vede ognuno racchiuso come in una ampolla di vetro: ne siamo stati protetti, ci siamo in essa nascosti oppure ci siamo rifugiati dentro per scrutare la nostra anima e il nostro cuore evadendo la realtà o altresì osservandola attraverso l’opalescenza trasparente del nostro “sentire”. Un tema o un centro unificatore apparentemente ristretto ma che, in realtà, dava la possibilità ad ognuno di comunicare emozioni, stati d’animo, vissuti relativi ad ogni aspetto della vita: la paura, l’isolamento, l’amore, l’amicizia ritrovata, la nostalgia, la perdita, il distacco, la speranza. Avevo scritto, poco tempo prima, una poesia intitolata proprio: “La vita in una boccia” e, quando Pietro Damiano di Opera Indomita mi ha proposto di curare questa silloge, ho immediatamente riletto nella mente i versi composti e ne ho fatto l’elemento unificatore della raccolta poetica”.

L’immagine del soffione leggero chiuso in una bottiglia rimanda a qualche poesia?

“L’immagine della copertina, che mi è stata proposta da Pietro Damiano, mi è piaciuta subito: il soffione delicato e leggero, chiuso in una bottiglietta trasparente, diventava il simbolo e l’emblema di tutta la raccolta. Il soffione è un seme leggerissimo che vola e poi si ferma radicando l’esistenza di pianta. È il simbolo di qualcosa che non può essere trattenuto in virtù della sua delicatezza (se lo afferri…lo distruggi …) vederlo intrappolato in una boccetta chiusa da un tappo offre l’idea di una vita che è stata “fermata”, appunto sospesa nel suo continuo divenire e nel suo destino. Ma quello stesso leggero soffione, una volta liberato dal tappo, volerebbe nuovamente in alto portando a termine –forse- il corso del suo destino e riprendendo il ciclo vitale cui è destinato. Così il soffione rappresenta anche il desiderio di rinascita, di tornare a “nuova vita”. Mi è sembrato che unisse i due principi ispiratori della raccolta: il senso di chiusura e la possibilità di uscire dalla “boccia” -un pó la speranza di ciascuno di noi”.

Chi sono gli autori delle poesie?

“Nella raccolta sono presenti 33 autori, me compresa. Sono poeti e poetesse che ho conosciuto attraverso la rete e dei quali ho imparato ad apprezzare i versi. Ho inviato loro l’invito a partecipare; alcuni però non hanno aderito e l’invito è stato esteso anche ad autori che non conoscevo. La cosa straordinaria è che, attraverso questa raccolta, sono venuta in contatto con poeti sconosciuti dei quali sono diventata amica. Comunichiamo attraverso messaggi, confrontiamo i nostri componimenti, chiediamo consiglio reciproco; si è creata come una rete che ha unito scrittori provenienti da tutta l’Italia e anche dall’estero e persino (e ne sono felicissima) autori che non avevano mai composto una poesia e che si sono cimentati, con ottimi risultati. Mi hanno detto che per loro è stato meraviglioso entrare in contatto con il mondo poetico che reputavano distante e irraggiungibile, scoprendo invece che la poesia ha questa potente possibilità di dare voce alle proprie emozioni, spesso trascurate, come se il mondo emotivo avesse minore importanza di altri aspetti legati alla razionalità e alla quotidianità. Alcuni mi hanno inviato i loro versi, mi hanno chiesto consiglio in un confronto e scambio reciproco costruttivo. Sinceramente per me è motivo di grande orgoglio. Sono felice di aver portato “la poesia” nei loro cuori e nelle loro parole!”

È stato difficile curare una raccolta di poesie con stili diversi?

“Se non parliamo di poesia classica, penso che non esista uno stile espressivo comune a tutti i poeti: l’uso del verso libero e sciolto offre la possibilità di comporre, in parole, stati d’animo e vissuti usando una molteplice varietà di stili che accrescono il valore della raccolta poiché riflettono la personale modalità comunicativa scelta dall’autore. L’elemento unificatore, il tema, conferisce unitarietà pur nella differenziazione ed è, secondo me, bellissimo-almeno lo è stato per me- immergersi nel susseguirsi dei testi che restituiscono, a chi legge, il valore poetico di ogni componimento. Nella prima pagina di “La vita in una boccia “ho chiesto al Curatore Pietro Damiano di inserire questa poesia di Bukowski. La riporto qui:

C’È UN POSTO NEL CUORE

C’è un posto nel cuore

che non sarà mai riempito.

Uno spazio.

Lo conosceremo più che mai.

C’è un posto nel cuore

che non può essere riempito.

E noi aspetteremo,

e aspetteremo

in quello spazio.

(Charles Bukowski)

Il grande Autore non fa sicuramente riferimento a questo nostro tempo ma “C’è un posto nel cuore” esprime il senso di una sospensione, riflette, rispecchia l’attesa consapevole e il comune sentire di essere in uno spazio “che ho interpretato come quello poetico” che non potrà mai essere riempito, esaurito perché ci saranno sempre “voci diverse” che daranno a quel “luogo del cuore” spessore e valore differenti”.

La poesia per Luisa Di Francesco cos’è?

“La poesia è un percorso nella propria interiorità senza limiti e freni; è sentirsi su un orlo, su un bordo (uso spesso questa espressione), in bilico precario sul possibile e l’impossibile, su certezze e assolute incertezze, sul presente ed il continuo divenire del tempo e degli avvenimenti. Da quel bordo- come affermo anche nella prefazione- ci si può lanciare nel vuoto perché la poesia è un “gesto estremo”, è un contributo totale, una dichiarazione assoluta, una immersione profonda senza ancore a fermarne il corso, senza rampini o corde che ti aggancino, senza rete che possa fermare la “caduta”. La poesia è “perdersi senza rassegnazione”, è annegare “dentro”; è morire, ogni volta consapevoli di volerlo fare, di poter valicare limite, distanza, spazio, tempo e di riuscire, poi, ad emergere “nuovi”. La poesia nasce spesso dal dolore, dalla malinconia, dall’assenza e dal respiro dell’anima che ha provato quei sentimenti e stati d’animo. Come diceva Thomas Gray:“Le poesie sono pensieri che respirano e parole che bruciano”.

Potresti raccontare il tuo ricordo emozionale legato alla tua prima poesia?

“La prima poesia che ho scritto si intitola: “Spigolo nero” ed è inclusa nella silloge: “Il vaso di Pandora”, edita dalla Pegasus Edition perché vincitrice del Premio Internazionale Montefiore 2020– Sezione silloge inedita. Con il medesimo libro, ho vinto quest’anno il primo posto per la Sezione Poesia edita al Premio “Le parole di Lavinia 2021”, indetto dal Centro Studi Femininum Ingenium di Pomezia (RM) “Spigolo nero” è il racconto in versi di un momento difficile che ho vissuto e delle cicatrici che ha lasciato su di me. Lo spigolo cosa è? È qualcosa che segna un punto di incontro del quale però non riesci a vedere la continuità, ma solo una parte. Rimanda ad una sensazione di dolore a qualcosa di appuntito che può ferirti o che lo ha già fatto. Non è semplice per me spiegare l’origine di questa mia prima poesia per il riferimento ad una situazione che ha cambiato in modo radicale la mia vita. In realtà è da “Spigolo nero” che ha avuto inizio il mio percorso poetico: da quell’incontro di passato, presente e futuro, dalla volontà ferrea che è nata in me di “rinascere”, di dare a me stessa un’identità differente attraverso la poesia che ha avuto ed ha valore di conoscenza, catarsi, liberazione, ermeneutica espressione del mondo di emozioni che ho dentro”.

Quale verso, che hai letto o scritto, ti ha fatto più emozionare?

“Nella raccolta “La vita in una boccia”, sono molti i versi degli autori che hanno suscitato in me emozioni, in realtà ognuno di loro ha toccato il mio cuore ed ho espresso questa sensazione nella poesia che è a loro dedicata, contenuta nella raccolta ed intitolata:

Posso toccarti l’anima”.

“Toccare l’anima di chi il cuore/ti affida/ha senso di tuono e lampo/spaura e freme e urla. /Emozioni grovigliano in lampi/che son folgori/di presenze./Gridano le corde/del sentire/archi di arpa/pizzicano dita di angeli/blandiscono/per farti tornare/essenza/di coscienza pura./Beve di quel cuor la sete/perché appaghi la tua/nel conoscer la fede altrui/che conforto a te concede./”

Toccare l’anima altrui è stato per me un dono del quale non ringrazierò mai abbastanza tutti gli autori che hanno partecipato a questa iniziativa poetica”.

In questa raccolta qual è il filo magico che unisce a formare il ricamo?

“Credo di aver già risposto a questa domanda parlando del tema unificatore e anche dello spazio di poesia in cui ogni poeta ha dato il suo contributo. Forse, il ricamo …è la trama sottile delle trasparenze disegnate dagli autori, che, nel cesello dei messaggi comunicati, nello scalpello dei versi hanno dato “forma al corpo poetico”, alla sua bellezza intrinseca, al suo valore comunicativo ed empatico”.

Da quanto tempo scrivi nel gruppo di autori di Opera Indomita?

“Ho conosciuto Opera Indomita e Pietro Damiano sui social, per caso, credo a novembre dello scorso anno. Mi hanno subito affascinato la pagina e le proposte del suo curatore. A dicembre, grazie a lui e a te Anna Maria Vallario, la mia prima presentazione on line in “Incontro con l’autore”, durante la quale ho parlato della mia prima silloge edita: “Grammi di vero”, VJ Edition, 2020. Una emozione grandissima, credo che tu possa ricordarlo, abbiamo pianto insieme durante la lettura di alcuni mie poesie contenute nella silloge. Ci sono state, nel tempo, altre presentazioni on line ma quella con te e Pietro Damiano resterà e resta sempre nel mio cuore per il coinvolgimento emotivo e per l’autenticità di quel momento. Non posso che ringraziare te, Pietro Damiano e Opera Indomita per avermi donato questa opportunità!”

Cosa diresti ai lettori per invitare a leggere le poesie?

“La poesia è il più ampio spazio di liberà espressiva dell’essere umano, è il luogo dell’incontro fra anime, è lo spazio della comunicazione empatica ed emotiva, è “il segreto” condiviso con gli altri. La poesia è amore per la vita anche quando narra dolore e sofferenza. “La poesia è l’anima che non tace”. È la possibilità di vivere emozioni, di sentirle sulla pelle “come frammenti vivi” e questa raccolta rispecchia ed evidenzia ciò che è Poesia”.

Disponibile e ordinabile on-line  su Amazon, “La Vita in una boccia” a cura di Luisa Di Francesco, al prezzo di stampa e senza fini di lucro, con codice ISBN-13  979-8542465432.

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