IL PUNTO – Venere degli Stracci, incendio ad opera di un clochard. Ma quanto conta la superficialità degli amministratori?

Napoli, 13 Luglio – Arrestato il responsabile dell’incendio alla Venere degli stracci, il presunto incendiario è un povero clochard. “Il presunto piromane, che ha incendiato la Venere degli stracci del Pistoletto, sarebbe un clochard di 32 anni, il quale, dopo essere stato riconosciuto e ammanettato, in una mensa dei poveri, dalla polizia, ha negato ogni addebito. Che errore. Avrebbe, invece, dovuto dichiararsi colpevole e affermare di essere un attivista del clima, che incendiando di proposito la Venere degli stracci, intendeva sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema del cambiamento climatico: sarebbe così diventato l’idolo di milioni di italiani che lo avrebbero additato ad esempio virtuoso.” Gerardo Verolino, giornalista.

Intanto sarebbe lecito sapere chi ha permesso che una istallazione non ignifuga potesse essere posizionata senza controllo al centro della città, con il rischio che l’incendio si potesse propagare. “Bene, la montagna di mappine l’ha incendiata un barbone disagiato! Quindi niente napoletani. Perfetto. Quindi, per i ‘napoletanisti’, a Napoli è tutto perfetto, va tutto benissimo, è il paradiso in terra e noi ipercritici che ci siamo permessi di sospettare di un napoletano quale autore del gesto siamo i soliti scassacazzi, che farebbero meglio ad andarsene. A Napoli si vive in modo tranquillo e ordinato, sicuro, dignitoso e civile. Niente ragazzi che girano armati, nessun uomo che viene accoltellato da un sedicenne per un diverbio, nessuna gang che spara, accoltella, massacra di botte per un presunto sguardo di troppo. Nessun rischio di essere rapinati a un angolo di strada.

Ma soprattutto non è vero che persone perbene sono costrette a fare i conti tutti i giorni con metà almeno della popolazione che vive costantemente in modo animalesco e belluino, senza educazione, senza rispetto per niente e per nessuno, avida solo di sguazzare nella sua miserabile fame di avere tutto senza dare nulla, tutti barba, tatuaggi e T max. Non è quindi vero che metà dei napoletani è ostaggio e vittima dell’altra metà, che deve subire in silenzio e senza reagire o protestare, nemmeno sommessamente, quando un animale in scooter o auto gli cammina per cuollo, o si appropria di un parcheggio lungamente e educatamente atteso. Non è vero che la metà dei napoletani deve pagare ogni giorno il parcheggiatore abusivo camorrista di turno. Non è vero che questa tranquilla metà deve destreggiarsi, quando cammina a piedi, tra orde di sguaiati e aggressivi animali che tengono la strada per cosa loro e pestano come un tamburo chi osa bisbigliare una rimostranza. Non è vero che sempre questi animali riducono la città e le sue strade e piazze un cesso, perché non hanno rispetto nemmeno di se stessi.

È tutto falso e siamo noi i rompicoglioni. Come è vero che il peggior nemico dell’amato bene è sempre chi ama, rifiutandosi di vedere i mostruosi difetti dell’amato che, però, così non potrà mai migliorare, condannato per l’eternità a un degrado senza fine. Ma tanto i napoletanisti continuano a votare e a portare in Municipio amministratori e politici di sinistra, inutili e dannosi, probabilmente perché, alla fine, fanno fare a tutti, anche ai suddetti napoletanisti, il cazzo che gli pare, in una sorta di selvaggia, orfica, edonistica anarchia. Ricordate che chi veramente ama Napoli ha il dovere di criticare quei cittadini animali che la tormentano. Ha il dovere di volerla migliore evidenziandone le devastanti criticità.” Luigi Bobbio, magistrato e già senatore della Repubblica. C’è poco da aggiungere, se non accusare (a giusta ragione) la superficialità di alcuni amministratori.

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