Economia - Finanza

Crisi, Cacciola (Ond): “E’ prioritario trovare liquidità e serve riabilitare chi ha perso accesso al credito”

Cuchel (commercialisti): “Rivedere calendario fiscale per alleggerire pressione su contribuenti”
Carpentieri (Cscefi): “Tanti slogan ma nessuna misura concreta all’orizzonte”
De Vincenzo (sociologi): “Serve economia inclusiva e sostenibile”
Napoli, 5 Settembre – “Di fronte alla ‘tempesta perfetta’ che si sta abbattendo sulla nostra economia la priorità essenziale è quella di ritrovare liquidità economica. La tassazione sull’extra gettito delle aziende produttrici di gas e energia può essere una prima soluzione per calmierare il ‘caro bollette’ e il ‘caro vita’. Serve, tuttavia, risolvere anche altre problematiche come la previsione di procedure di riabilitazione per le persone per ottenere credito e sopperire alle difficoltà di chi non riesce a pagare i finanziamenti ottenuti con garanzia dello Stato”. Questo l’appello lanciato da Francesco Cacciola, presidente dell’Ond (Osservatorio sul debito con banche e finanziarie), nel corso del webinar “Stangata d’autunno per famiglie e imprese”.
“La situazione è veramente critica le aziende non riescono a far fronte a queste difficoltà soprattutto al Sud. Cercano di ridurre o azzerare i margini d’impresa ma non possono andare avanti così per molto tempo. Altro dato preoccupante – ha proseguito l’avvocato Cacciola – riguarda le difficoltà con banche e finanziarie. In seguito alla ripresa delle aste giudiziarie si sono registrati incrementi delle vendite all’incanto del 113% nel mezzogiorno e di oltre il 200% nelle isole. Gli italiani non riescono a pagare le rate e diventano ‘cattivi pagatori’. Come Osservatorio segnaliamo un dato importante: il 70% delle persone che hanno usufruito del prestito con la garanzia statale, e avevano un altro finanziamento in corso, oggi non sono in grado di pagare le rate. Un circolo vizioso devastante che non mi è mai capitato di vedere in tanti anni di attività professionale”.
Il punto di vista dei professionisti è stato espresso da Marco Cuchel, presidente dell’Associazione Nazionale Commercialisti: “Alle difficoltà chiaramente espresse da famiglie e imprese si è venuto ad aggiungere un ingorgo fiscale che ad agosto ha previsto oltre 200 adempimenti dei quali 168 sono stati versamenti su imposte, contributi, dichiarazioni dei redditi. Importi consistenti per i contribuenti. Avevamo chiesto una ulteriore rateizzazione per alleggerire la pressione fiscale ma niente è stato fatto. A ottobre partiranno le lettere di compliance dell’Agenzia delle Entrate e saranno avviate migliaia di procedure di composizione di crisi aziendali. Per le micro e piccole imprese, che caratterizzano la struttura del nostro Paese, si prevede uno scenario drammatico. Chiederemo al nuovo governo – ha aggiunto Cuchel – interventi sul calendario fiscale per dilazionare i versamenti e sfoltire gli adempimenti che negli anni sono stati sempre aggiunti. Una burocrazia che opprime il tessuto economico del Paese e lo rende dal punto di vista fiscale non appetibile per investimenti stranieri”.
Sulle soluzioni a questa emergenza si è soffermata Elvira Carpentieri, presidente del Cscefi (Centro Studi sulla crisi economica delle famiglie italiane): “Un primo passo in avanti è stato fatto portando fino a 120mila euro il limite per la rateizzazione in sei anni degli importi e aumentando a otto rate non pagate il limite per la decadenza dal beneficio con l’Agenzia delle Entrate Riscossione. Ma serve fare di più perché mentre si dibatte sul problema i contatori dell’energia elettrica e del gas continuano a fatturare. Dagli ultimi provvedimenti adottati per contrastare gli effetti della pandemia non si sono più avute notizie di nuove misure per sostenere famiglie e imprese. In campagna elettorale si ascoltano molti slogan su taglio delle tasse, pace fiscale ma il ceto medio è in fortissima sofferenza. Avere uno stipendio – ha rimarcato la presidente Carpentieri – non è più garanzia di evitare la povertà. Purtroppo avevamo già lanciato l’allarme sulla congiuntura dell’inflazione, dell’aumento dei tassi e dei costi energetici ma molto poco è stato fatto in concreto. Auspico che il prossimo Parlamento affronti con decisione l’emergenza adottando soluzioni urgenti per contenere i prezzi ed evitare speculazioni”.
Il quadro sull’impatto sociale di questa emergenza è stato tracciato da Roberto De Vincenzo (Associazione nazionale Sociologi della Campania): “Assistiamo a uno scollamento sempre più evidente tra il mondo reale e quello percepito da politica e istituzioni. Intere realtà come le piccole aziende e le partite iva sono completamente invisibili a chi amministra. Se vogliamo ottenere un’inversione di tendenza, tutti gli indicatori sulla qualità della vita devono essere rivisti alla luce di un’economia inclusiva e sostenibile. L’incapacità di fare fronte ai troppi impegni finanziari proietta le famiglie in una dimensione spaventosa. Oramai siamo una società che si è settata esclusivamente sull’emergenza, preso atto che bisogni ed esigenze primarie non possono essere più soddisfatti perché slegati dall’economia reale. Qualunque sia il prossimo governo deve impegnarsi per migliorare la qualità della vita degli italiani. Come? Adottando un sistema economico che sia al servizio della comunità. Creando meccanismi di autonomia e capacità di sopravvivenza sui beni primari, investendo su sviluppo e occupazione di questi asset. Uno sviluppo più legato ai territori e alle loro eccellenze – ha concluso De Vincenzo – che non alle chimere di una finanza sempre più eterea e distante dalla vita reale”.
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