Napoli, 30 Novembre – Uno dei momenti più attesi da chi lavora è indubbiamente quello della pausa pranzo: il tempo trascorso in ufficio ieri mattina è letteralmente volato -durante il lavoro guardo molto raramente l’orologio-, quindi è come se l’ora dell’agognato break fosse scoccata con un briciolo di anticipo rispetto al solito. Ho raggiunto la stazione di Piazza Amedeo avanzando il passo, sì da riuscire a prendere il treno per Campi Flegrei (e da là proseguire per Pozzuoli con il treno-navetta); ma, guarda caso, ne viene annunciato il ritardo, quindi mi sono accomodato su una panchina, cercando di ingannare la snervante attesa passando in rassegna le varie pile di documenti che da diversi giorni giacevano nelle tasche della mia borsa da lavoro.
Intorno alle tredici e venti è giunto un treno diretto a Pozzuoli (almeno stavolta non ho dovuto far scalo!), anch’esso in ritardo di circa dieci minuti: non appena son salito a bordo, non ho esitato ad occupare il primo posto a sedere disponibile -il convoglio, per fortuna, non era pieno come di consueto-, potendo così continuare la disamina delle diverse “cartacce” che recavo in mano. Guardandomi intorno, però, mi sono accorto che le pareti del vagone in cui mi trovavo erano state imbrattate con scritte dal contenuto quasi incomprensibile, scarabocchi e simboli di vario genere, la qual cosa è stata, com’è ovvio, fonte di sdegno tanto per me quanto per la maggior parte dei passeggeri a bordo: giova ricordare che tutto quanto attinente alla manutenzione dei materiali rotabili, ivi compresa la pulizia straordinaria e/o il ritinteggiamento, viene pagato dall’intera cittadinanza. Occorrerebbe, dunque, intensificare le operazioni di controllo, se necessario munendo di telecamere a circuito chiuso anche i convogli più datati.
Ad avermi particolarmente colpito, poi, è il fatto che l’unica scritta dal contenuto comprensibile -che, peraltro, ho parzialmente fotografato- altro non era che l’ “autografo” apposto da questi vandali a quella che essi concepiscono come opera d’arte: essa recitava “Boccioni regna”. Facendo mente locale, mi son ricordato che nel quartiere di Fuorigrotta – precisamente all’interno della Mostra d’Oltremare – c’è un istituto d’arte intitolato proprio al pittore e scultore esponente del Futurismo. Probabilmente gli studenti, dopo aver partecipato ad una manifestazione di dissenso avverso le manovre politiche tanto ridicole quanto incostituzionali attuate dal Governo, hanno avuto la brillante idea di mettere in mostra il proprio talento rovinando un vagone ferroviario.
Sappiate, carissimi Lettori, che quanto hanno posto in essere questi adolescenti non ha nulla a che vedere con le discipline oggetto dei loro studi: credendo di far del bene dando un tocco di rosso alle pareti celesti del metrò, essi non hanno realizzato affatto un’opera d’arte; al contrario, hanno arrecato un danno non indifferente ad un bene appartenente alla collettività, infangando la loro reputazione e quella della nostra città.
Prima di imparare a distinguersi nelle arti figurative…..è d’uopo uno studio approfondito dell’educazione civica, focalizzando l’attenzione su quel concetto di “bene comune” che molti -così pare- hanno completamente rimosso dal proprio cervello.
Adriano Javier Spagluolo Vigorita
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