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Un dipinto di Jorit Agoch a Palma Campania: il paese ha un attrattore culturale in più

Palma Campania, 5 Aprile Qualche giorno fa tra via Circumvallazione e via Giacomo D’Antonio è spuntata un’impalcatura con ponteggio, abbarbicata sul lato sinistro di una palazzina di quattro piani di un quartiere popolare, appena fuori dal centro storico. Il rione, che è frequentemente chiamato via De Gasperi, per estensione dal nome di una delle sue strade, è una zona  densamente abitata ed è anche luogo di transito per le vetture che viaggiano in direzione Nola o Sarno, nonché posto frequentato dai clienti di alcuni bar ed esercizi commerciali ubicati nelle immediate vicinanze.

È un luogo come tanti, in realtà; è una zona di passaggio per i più, è soprattutto luogo familiare per chi vi dimora e quotidianamente percorre un tragitto a piedi fino a casa, o lascia l’auto nei vialetti dal verde pubblico un po’ trascurato. È un luogo che, come ritengono i residenti stessi, meriterebbe maggior cura, servizi e innovazioni per migliorare la qualità della vita, esigenze che del resto sono nelle corde dell’Amministrazione comunale eletta nel giugno 2018, che si accinge ad attuare interventi e progetti abbozzati in campagna elettorale.

Nel frattempo, però, grazie a un’iniziativa promossa dalla stessa amministrazione, in questi giorni il quartiere è diventato location artistica mediante un’operazione culturale di grande impatto visivo che ha portato a collocare qui e in maniera permanente l’opera di una personalità di fama internazionale: Jorit Agoch, talento geniale della street art contemporanea.

Trattandosi di un murales, il dipinto appena realizzato caratterizza e impreziosisce un angolo di paese periferico, che tuttavia funge da ingresso alternativo a Palma, per chi provenga dai paesi limitrofi.  L’opera, imponente, sembra dare un benvenuto a chi arriva, suggerendo anche qualche riflessione e suscitando curiosità, rappresentando, infine, un’ulteriore attrazione oltre a quelle del centro storico, che comunque meriterebbero di essere riconsiderate dalla popolazione, che poco se ne cura.

Il muro artisticamente dipinto in questi giorni costituisce espressione del consolidato il legame che Jorit (i palmesi l’hanno subito appellato così, con tono quasi familiare) ha stabilito con il paese fin dal 2015, quando partecipò con una sua performance a un progetto volto a riqualificare il borgo Castello. Nulla era trapelato in merito all’operazione culturale e l’arrivo di Jorit ha piacevolmente sorpreso la popolazione, senza distinzione di target.

Nato nel 1990, Jorit Agoch, che è di origini napoletane, è famoso per la sua inconfondibile cifra stilistica e i volti di personaggi segnanti, iconici e latori di messaggi ecumenici, dipinti in giganteschi murales che ricoprono proprio le facciate dei palazzi anonimi in luoghi a rischio di degrado. Una volta riconosciuto l’artista, i palmesi si sono divertiti a commentare sui social; le immagini hanno fatto il giro del web. Prima di tutto l’attenzione è stata per la frase di natura filosofico-politica che per un paio di giorni ha campeggiato su tutta la facciata. I conoscitori di storia locale hanno ricondotto facilmente le parole scritte al loro autore, Vincenzo Russo, figlio della Terra di Palma, morto non ancora trentenne sul patibolo allestito in piazza Mercato a Napoli, durante l’epilogo della Repubblica Napoletana del 1799. La frase era L’uomo in società non esiste come individuo ma come membro della comunità. Finché un cittadino non ha la possibilità di esercitare qualunque impiego politico, non vi è uguaglianza, non vi è diritto dove n’è esclusa una classe, non vi è, di fatto, dove una classe sociale non ha la possibilità di esercitare il potere e  lasciava presagire che l’opera di Jorit sarebbe stata completata con una ritratto dell’illustre palmese. Eppure i tratti somatici che l’ideatore delineava con i suoi colori erano quelli di un viso non palmese, non europeo, ma africano.

Occhi, labbra e dettagli hanno cominciato a sovrapporsi alle parole, fino a coprirle del tutto- Allo stesso tempo ha avuto luogo una metamorfosi delle parole, fino a definire un personaggio la cui identità andava delineandosi sempre più chiaramente. Alla fine il mistero è stato svelato: a Palma Jorit Agoch ha lasciato un’opera che raffigura Thomas Isidore Noël Sankara, leader carismatico per tutta l’Africa occidentale sub-sahariana. Un volto diverso da quello di Russo, certo, che forse sarebbe stato ovvio; un volto che rievoca una figura di più ampia risonanza, scelta tra i personaggi speciali, secondo la consuetudine di Jorit. Tuttavia, i due personaggi, Russo e Sankara, non sono così lontani, entrambi a favore dei deboli, pronti a dare tutto per un ideale. Tra le frasi che gli si attribuiscono a Sankara una dice “mentre i rivoluzionari in quanto individui possono essere uccisi, nessuno può uccidere le idee”; e se l’avesse pensato anche Vincenzo Russo?

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