Strasburgo, 6 Marzo – La Corte di Strasburgo ha avviato il processo contro il Governo italiano per la situazione nella cosiddetta Terra dei fuochi, l’area della provincia campana diventata nota per l’interramento e il rogo abusivo di rifiuti.
Il Tribunale ha accolto in via preliminare i ricorsi ricevuti da 30 cittadini e 5 associazioni che denunciano la violazione dei loro diritti alla vita e al rispetto della vita famigliare, sanciti dalla convenzione europea dei diritti umani.
I ricorrenti sostengono che lo Stato non abbia preso misure per ridurre il pericolo, nonostante fosse consapevole del rischio reale e immediato. La Corte ha registrato oltre 3.500 ricorsi nel solo 2014.
Una decisione che ha fatto esultare tutti quelli che in questi anni si sono battuti per ottenere provvedimenti capaci di fermare l’inquinamento e che hanno fatto dire al ministro per l’Ambiente:”Questo atto avviato dalla Corte di Strasburgo ci infonde maggior forza”.
Il ministro ha ricordato le iniziative del governo come “il patto d’azione Terra dei fuochi, la norma del decreto di sicurezza che individua i percorsi di tutela da incendi delle piattaforme di rifiuti e la legge Terra mia, la cui ossatura ormai è pronta e affronterà le vicende delle terre dei fuochi”, con sanzioni più stringenti per chi inquina e disposizioni per la bonifica dei siti inquinati.
Quello esaminato a febbraio dalla Corte è solo uno dei blocchi dei ricorsi presentati, in tutto ce ne sono 3.500. I ricorrenti sostengono che nonostante le autorità fossero a conoscenza dell’esistenza di un rischio reale e immediato per la vita delle persone (alcune decedute), causato dall’accumulo e dalla combustione di rifiuti tossici nelle discariche abusive, non abbiano preso misure per ridurre il pericolo. Inoltre imputano allo Stato di non aver introdotto leggi per perseguire efficacemente i responsabili dell’inquinamento, e di non aver informato la popolazione sui rischi per la salute.
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