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Scuola, i sacrosanti diritti degli insegnanti…

Napoli, 13 Maggio – Altro che docenti che abbandonano la partecipazione a un progetto perché eccedente le 40 ore. Semmai i docenti sono sempre più schiavi delle scuole, che li fagocitano oltre l’orario di servizio. Piuttosto potremmo parlare addirittura di lavoro “nero” nelle scuole, nel senso che i docenti svolgono attività che, secondo le norme comunitarie regolarmente recepite dalla legislazione italiana, dovrebbero essere retribuite e che invece non lo sono.

LE ORE BUCA! L’organizzazione dell’orario scolastico è sempre più contrassegnata dai buchi orari. I docenti magari hanno una mattinata di quattro ore di insegnamento ma in realtà non fanno quattro ore di lavoro visto che restano schiavi dei buchi tra un’ora e l’altra, che non sono compensate in alcun modo. Sono delle pause forzate. Per l’Unione Europea è orario di lavoro tutto il tempo che il prestatore trascorre a disposizione del datore di lavoro. Allora quando io non ho una pausa sufficiente per fare altro di personale, finisce che sono costretto a svolgere un orario di lavoro mascherato.

Per non parlare di quando si hanno due plessi alla primaria o più istituti alle medie o superiori, il problema che si pone è enorme. Esiste pure nel caso del docente di sostegno che pur di ruolo sia assunto su tre plessi. In questi casi le pause dovrebbero essere conteggiate come orario di servizio e invece non succede. Il contratto si divide in tre capitoli. Il primo capitolo concerne le ore di insegnamento, e questo è molto lineare. Il secondo capitolo riguarda la funzione docente e dietro c’è una logica che richiama le attività connesse alla funzione che non si possono quantificare. Si pensi alla correzione dei compiti, la preparazione individuale, la partecipazione esami e scrutini e altro. Il terzo capitolo concerne i rapporti con le famiglie e la partecipazione alle riunioni degli organi collegiali, i rapporti individuali con i genitori su appuntamento, anche se c’è spesso la consuetudine a imporre l’ora settimanale.

Tutto il resto rientra nelle attività aggiuntive, è quello che volgarmente si definisce lavoro straordinario e che il datore avrebbe l’obbligo di retribuirmi. La Corte di Cassazione sez lavoro si è pronunciata con una sentenza (17511 del 27.07.2010),ha stabilito che il dipendente pubblico con ore buche nel proprio orario di servizio deve essere retribuito.

 Tale principio corrisponde con quanto stabilito dalla Direttiva CE 1993/104, secondo la quale la definizione di lavoro è la seguente : ”qualsiasi periodo in cui il lavoratore sia al lavoro, a disposizione del datore di lavoro e nell’esercizio della sua attività o delle sue funzioni“. E allora BASTA elemosinare riforme e aumenti, qui c’è bisogno che, prima di tutto, si inizi a far rispettare leggi, sentenze e Direttive Europee da chi le leggi le emana e se ne dimentica l’applicazione! E i “nostri” sindacati?? Bah.!! LA PROPOSTA: Raccolta firme per l’applicazione della sentenza della Corte di Cassazione n. 17511/2010 e della Direttiva CE 1993/104. Uniti possiamo farcela.

#NonCapiscoNullaDiNulla

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