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Saviano, Teatro Auditorium: un Viaggio nell’Autismo con Federico De Rosa

Saviano, 4 Aprile – Un convegno, al Teatro Auditorium, dal titolo “Un Viaggio nell’Autismo con Federico De Rosa” . “Da diversamente Abili a diversamente felici”. È l’autore, Federico De Rosa, di libri come “Quello che non ho mai detto” e “ L’isola di Noi”. Una manifestazione che si avvale del Patrocinio del Comune di Saviano, Proloco di Saviano “Il Campanile”, la Parrocchia Immacolata di Saviano e infine I. C.2. A. Ciccone. Il pubblico composto, per la maggioranza, da giovanissimi studenti della scuola di Media di Saviano A. Ciccone.  

Erano presenti per l’amministrazione comunale il Vicesindaco Carmine Addeo, Francesco Iovino, Consigliere Metropolitano. Sono intervenuti inoltre, per un saluto ai presenti e un breve intervento, Rosa Scala, Presidente Proloco di Saviano “ Il Campanile”, Don Paolino Franzese,  Parroco della Parrocchia Immacolata di Saviano, Giovanna Izzo, Dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo “ 2 A Ciccone”; il padre di Federico, Oreste De Rosa; Gabriele Pierro;  ha moderato l’incontro Filomena Carella, Giornalista. Si è parlato di Autismo; Federico De Rosa è affetto da questa chiamiamola “patologia”; per la precisione vive questa intensa esperienza di vita; diversamente felice!

Formalmente nella sua definizione scientifica, è un disturbo del neurosviluppo caratterizzato dalla compromissione dell’interazione sociale e da deficit della comunicazione. Attualmente risultano ancora sconosciute le cause di tale manifestazione. Il convegno ha avuto una caratteristica, come in altre occasioni, l’uso di un computer portatile collegato a un grande schermo con il quale Federico De  Rosa, con la collaborazione del padre, interagiva con il pubblico di giovanissimi studenti. Spesso, in momenti particolari, il padre Oreste poggiava, delicatamente, esercitando una piccola pressione sulla spalla del figlio, il suo pugno chiuso: un modo per stabilire una connessione, un segnale neurologico secondo una determinata terapia. Le parole digitate comparivano su di una sorta di monitor grande; uno schermo da riempire quasi l’intero palcoscenico. Molte le domande poste all’ospite dagli alunni; quesiti semplici ma intensi che hanno portato a delle risposte di grande interesse e riflessione.

È stato, si potrebbe affermare, un incontro informale: Si è dato ampio spazio al dialogo! “Al momento non c’è una definizione ben precisa di questo fenomeno” asserisce il padre di Federico, Oreste De Rosa rispondendo a una domanda, che andrebbe posta, più specificatemene, agli addetti ai lavori quali medici e ricercatori nel settore. La domanda in sintesi: A quale punto sarebbe arrivata la ricerca scientifica? “Sembra come se dei geni non siano attivati; comunque si riscontra il fenomeno nei paesi più industrializzati come gli USA e non ad esempio in Africa dove la percentuale e bassissima”. “Probabilmente il fattore inquinamento ambientale ha la sua determinate incidenza!”. Molte le occasioni sulle quali riflessione: “sulla grande lavagna bianca che costituiva il maxi schermo, comparivano le parole che lentamente scriveva il giovane Federico De Rosa; un esempio: “Per me l’italiano è come una lingua straniera. La mia lingua madre è il pensiero verbale.”. E ancora: “ Mi rendevo conto del mondo esterno ma scorreva davanti a miei occhi come un film incomprensibile”. 

Alla domanda rivolta al protagonista dell’evento da parte di Don Paolino Franzese: “Chi è Dio per te? Che cosa è il prossimo?  Ha risposto, il giovane Federico, nel modo seguente: “Dio per me è colui che abita con me il mio silenzio e apporta la pace”. Riguardo alla seconda parte della domanda: “l’altro è un altro me. Più lo vivo come un altro io e più sono felice. Io vivo una preghiera pre verbale fatta di silenzio e di stati nel cuore che si succedono lentamente.” In un altro passaggio scrive: “Vi suggerisco di rallentare la corsa nella vita e di placare il turbinio dei pensieri….”. Delle frasi poetiche! Profonde riflessioni nelle risposte.

Antonio Romano

 

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