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San Vitaliano, GAD Radici e la rassegna teatrale “Federico Spiezia” con “Il Sindaco del Rione Sanità” di Eduardo De Filippo

San Vitaliano, 20 Novembre – A San Vitaliano, Sabato 16 e domenica 17 novembre scorsi presso l’Auditorium comunale in Via Nicholas Green, con la messa in scena e la regia di Geppino D’Alessandro della commedia “Il Sindaco del Rione Sanità”, scritta nel 1960 da Eduardo De Flippo, facente parte della raccolta “Cantata dei Giorni Dispari” è stata avviata con successo la Rassegna teatrale 2019/2020 promossa e curata dal Gruppo Arte Drammatica G.A.D. “Radici” diretto dal regista Pasquale Manfredi.

L’iniziativa intitolata alla memoria di “Federico Spiezia”, la cui discendenza familiare oltre che a San Vitaliano è anche in Australia, è sotto l’egida della FITA “Federazione Italiana Teatro Amatori”; gode del contributo della Città Metropolitana di Napoli, Sindaco Luigi De Magistris; del patrocinio morale del Comune di San Vitaliano, Sindaco Pasquale Raimo;  ha la collaborazione dell’UNPLI, “Pro Loco di San Vitaliano”, presieduta dal Dott. Paolo Esposito, promotrice del contestuale “Premio Teatrale Pro Loco” che verrà assegnata su insindacabile giudizio della giuria composta dal sociologo e giornalista Antonio Castaldo, l’artista Carmine Ciccone e l’attore Giacomo Simonelli.

Attori ed attrici hanno dato il massino meritandosi il caloroso applauso finale del numeroso pubblico accorso Pasquale Maddaloni, Don Antonio Barracano; Elisabetta Amato, Armida, sua moglie; Alessia De Falco, Geraldina, sua figlia; Dino Capasso, Gennarino, suo figlio; Gabriele Bossone, Amedeo, suo figlio; Giuseppe Malferà, Dott. Fabio Della Ragione; Vincenzo Campetiello, Arturo Santaniello, ricco panettiere; Pasquale Porcelli, Rafiluccio, suo figlio; Teresa Malferà, Rita, sua fidanzata; Raffaella Dioguardi, Immacolata, Immacolata, governante; Angelo Cassese, Vincenzo O’ Cuozzo; Raffaele Marotta, O’ Palummiello; Filippo Marotta, O’ Nait; Rosario Di Matteo, Catiello, guardiano; Geppino D’Alessandro, Pascale O’ Nasone; Chiara Arianna, moglie di Nasone; Rosario la Marca, Luigi, portiere; Sara Battipaglia, Vicenzella, sua figlia. Il team tecnico veniva completato da: Aiuto regia, Rosalia Malferà; Assistenti di scena Pina Alaia, Chiara Arianna, Pina Lucia Spiezia, Annamaria Spadafora; Immagine per gli attori, Immagine Hair, Sara Battipaglia; Operatori, KeMovie Production, Antonio Spiezia.

Un tratto della rappresentazione è stato ripreso dal sociologo Antonio Castaldo per IESUS Istituto Europeo di Scienze Umane e Sociali e postato all’indirizzo web https://www.youtube.com/watch?v=Dv48sYEYISo&feature=youtu.be .

Don Antonio” È chiamato a dirimere, giudicare, consigliare, risolvere varie problematiche con protagonisti chi “non ha Santi in Paradiso” prigionieri dell’ignoranza, quella che la legge non ammette e alimenta gli interessi degli uomini astuti. Ma il vero uomo è quello “che fa un passo indietro” nelle controversie che possono attivare ulteriori catene di odio, risentimenti e vendette di sangue. Si tratti di una storia di usura, di una sparatoria fra invasione di zona ad altrui assegnata, di una lite familiare, e persino quando bisogna prendere una decisione su casi personali.

Come l’apparente scontata necessità di soppressione di uno dei suoi cani della propria tenuta per aver morsicato l’amata moglie Armida mentre raccoglieva delle uova. Ma essendo avvenuto il fatto nottetempo, l’animale rispettando il suo ruolo a guardia della proprietà e della famiglia si prende l’assoluzione di Antonio Barracano: “Have raggione o’ cane!”. Il 75enne boss si produce in una ennesima azione in cui ha inaspettatamente la peggio. Il tragico epilogo in cui “Don Antonio” ci rimette la vita, pur predisponendo ogni cosa per la ricomposizione pacifica dei conflitti dei sopravvissuti. Prossima rappresentazione  Le dirimpettaie gigantografie, degli attori dei decenni passati che allungano lo sguardo sulla platea, sbircianti pubblico e palco animato dagli attori e dalle attrici impegnati nel lavoro eduardiano, hanno ravvivato un personale ricordo del sociologo e giornalista Antonio Castaldo, quello del 9 luglio 1983 a Montalcino, in provincia di Siena, fra gli ammessi alla formazione con l’iniziale lezione spettacolo, in quella che sarebbe stata la sua ultima recita in pubblico, di Eduardo De Filippo che in quella occasione recitò, tra l’altro, la scena del balcone e del caffè di “Questi fantasmi”, e che inoltre confidò ai presenti: «Avevo sei, sette anni, e passavo giornate e serate intere a teatro. Essendo figlio d’arte, mi riusciva facile farlo. Una commedia, o dalle quinte, o da un angolo di platea, o con lesta infilata tra le sbarre della ringhiera del loggione, o da un palco, ma la vedevo chissà quante volte- Ricordo con chiarezza che perfino gli attori che mio padre Eduardo Scarpetta o Pantalena, o la splendida Mignetti, suscitavano in me  pensieri critici: “Quando farò l’attore, io non parlerò così in fretta” pensavo. Oppure “Qui si dovrebbe abbassare la voce, prima di quello strillo ci farei una pausa lunga almeno tre fiati” e restavo là inchiodato ad ascoltare, dimenticando ogni altra cosa».

GAD Radici, dopo gli attori e alle attrici dell’eduardiano “Sindaco del Rione Sanità”, porterà in scena quelli dell’opera “L’ultimo scugnizzo” di Raffaele Viviani che con la regia di Filomena Menna andranno in scena il 14 e 15 dicembre 2019, come da cartellone della Rassegna Teatrale 2019/2020 “Federico Spiezia” a San Vitaliano.

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