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Rassegna Festival Città di Saviano XVI edizione, “Gli amici del sig. G” con “ E… che cactus” per la regia di Gianni Parisi

Saviano, 16 Dicembre  – Prosegue l’appuntamento culturale, secondo cartellone,  per la  stagione teatrale: in scena “le compagnie del territorio”; un evento che ha consenso di pubblico per l’iniziativa. Una manifestazione, inserita nell’ambito della Rassegna Festival Città di Saviano.

L’iniziativa culturale si deve al Comune di Saviano, Assessorato alla Cultura – Sport- Turismo – Teatro in collaborazione con l’Auditorium Teatro Saviano. All’inizio della rappresentazione è intervenuto il Sindaco di Saviano Carmine Sommese per un saluto al pubblico; nei saluti finali  la presenza, sul palco di Francesco Iovino, Consigliere metropolitano. La Rassegna è dedicata a Carmine Mensorio, un personaggio di primo piano, di origine savianese, della politica di alcuni anni fa. La terza compagnia a salire sul palcoscenico savianese è stata – “Gli amici del sig. G” da San Gennarello di Ottaviano” con “ E… che cactus” per la regia di Gianni Parisi regista del gruppo teatrale.

In questa edizione, della Rassegna, ci sono delle importanti novità: l’inserimento di un direttore artistico della manifestazione; una figura responsabile che è tesa al miglioramento della situazione; l’incarico è per Nunzio Della Marca un attore che si è distinto in alcune occasioni. Lo stesso dirigerà una scuola di recitazione, che a breve partirà secondo programma, allo stesso Auditorium. Consenso di pubblico per questa rappresentazione: la trama è sì brevemente raccontata; la scena è ambientata in un appartamento elegante. Un divano al centro della scena; su di esso è distesa una ragazza, interpretata da Benedetta Sommese, che sembra riposare. Il forte odore di gas che fa accorre il vicino di casa non lascia dubbi sul folle tentativo della ragazza di mettere in atto un tentativo estremo.

L’introduzione della narrazione scenica, non fa presagire nulla di tragico, al di là dei contenuti, fa da sfondo al gioco di equivoci e ironia, finzione nella finzione. La  scena cambia in continuazione con dei pannelli girevoli simili a porte girevoli a quattro angoli; alcuni oggetti di scena da spostare secondo esigenze di palcoscenico,  provvedono gli stessi attori secondo un copione prestabilito. Lo scenario è in evoluzione;  da appartamento diventa studio dentistico dove una segretaria ha il suo bel da fare per prendere appuntanti e gestire la clientela; in seguito diventa locale bar con tanto di tavoli per clienti. La segretaria è in continua premura per il suo datore di lavoro; gli prepara la colazione; fatta per di più di un panino con frittura di cipolle; nutre forse dei sentimenti per lui; sembra proprio, in maniera surreale,  che l’unica cosa che riesca a comprenderla sia una piccola pianta di cactus posta sulla sua scrivania!

La commedia è una storia di sentimenti; di delusioni amorose di frangenti di sentimenti celati per opportunismo di presunti tradimenti, promesse di divorzio mai attuate per istaurare una nuova relazione, di  situazioni di gelosie, di verifiche e prove sentimentali, di condizioni non chiarite in modo esplicito e taciute per motivi di eccessiva prudenza e apparente buon senso per un caos scenico di grande effetto. La commedia è un libero adattamento di “Fiore di Cactus” che  è anche  un Film   del  1969 diretto da  Gene Saks. È il riadattamento di un’opera teatrale scritta da  Abe Burrows, presa in prestito dall’originale  di Pierre Barillet e Jean-Pierre Gredy   inaugurata a Broadway; all’epoca registrò 1234 repliche. La realizzazione del film ha segnato, a suo tempo, il ritorno di Ingrid Bergman a Hollywood.

Sul palcoscenico savianese meritano citazioni gli interpreti: Rosa Catapano, Antonio Franzese nel ruolo del dentista, Alfonso Annunziata che in scena è il sig. Bebè, Luigi De Risi, il vicino d’appartamento, Benedetta Sommese, Luigi Sommese, Rosa Allocca nel ruolo della signora Vitiello, un eccentrica signora, un paziente dello studio dentistico, Andrea Mollo, un attrice esordiente nel ruolo di una ragazza ucraina dall’accento caratteristico e infine Miche Palma nell’interpretazione di un rigido personaggio militaresco quale un militare in pensione.

Nell’epilogo della rappresentazione un personaggio traccia le conclusioni: un attore nel ruolo di un attore non certo fortunato, interpretato da Luigi De Risi; un riferimento eduardiano prima della chiusura del  sipario!

Antonio Romano

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