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Palma Campania, le quadriglie come opportunità per le nuove generazioni

Palma Campania, 10 Marzo – Con l’assegnazione del palio, questa sera calerà il sipario sull’edizione 2019 del Carnevale palmese. In tanti, girando per le strade di Palma, mentre la festa era in pieno svolgimento, hanno chiesto ai residenti come si organizzi una kermesse così ricca di figuranti e quali attenzioni siano necessarie per puntare a un buon risultato in termini di partecipazione e di consensi. Proviamo a rispondere a queste curiosità parlando di quadriglia con due esperti organizzatori che, con i loro rispettivi comitati, negli ultimi anni hanno contribuito a introdurre diverse innovazioni nel modo di fare quadriglia, dando un forte input alla svolta che ha segnato il cambiamento del Carnevale palmese e gettando le basi per prospettive future, in anni cruciali in cui da tradizione fedele alle sue radici il Carnevale è diventato sperimentazione, contaminazione, spettacolo.

Conversiamo con Claudio Ferrara e Aldo della Gala, rispettivamente presidenti dell’associazione ‘A livella e Teglanum, con i quali ci complimentiamo perché i loro gruppi in questa edizione hanno ottenuto pari meriti il premio per il miglior maestro (anzi, a dire il vero per le migliori maestre) conferito alle giovani Susy Falco e Carmela Della Gala, alla guida delle mascherate ispirate al cartone animato Toy Story e al celebre Carnevale di Barranquilla.

L’abilità nell’organizzazione di una quadriglia nasce dalla conoscenza del Carnevale, quindi dalla tradizione che rappresenta la linfa della festa. Chi oggi è presidente o socio attivo di un comitato si è nutrito di tradizione e a sua volta la trasmette ai giovani; c’è tuttavia una differenza, come evidenziano i nostri interlocutori Claudio Ferrara e Aldo Della Gala, che consiste nella specificità del momento della tradizione dal quale si parte. Ma in cosa consiste la tradizione del Carnevale palmese e perché oggi si parla tanto di evoluzione?

Ricordiamo che l’antica mascherata di Carnevale, già citata in alcuni documenti dell’Archivio vescovile di Nola datati 1858, era improntata all’improvvisazione e all’aggregazione intorno a una banda musicale e a un maestro, personaggio carismatico amato e seguito. Oltre un secolo e mezzo dopo, negli anni ’80 del XX secolo, l’atavica semplicità della festa lasciava il passo al cambiamento: i costumi cominciarono a non essere più tutti uguali e la presenza delle donne, prima non solo estromesse dal cerchio, ma anche criticate se presenti, non destò più scalpore. Seguì l’epoca del carro che accompagnava la sfilata della quadriglia, dal tipo semplice fino a quello con amplificazione e musica da discoteca; questo elemento interferiva spesso con la fluidità delle sfilate e fu quindi abolito per preservare la tradizione palmese della quadriglia, che per antonomasia ammette unicamente la cacciata, ossia una trovata divertente, che può coincidere con un carro, in linea con il tema della quadriglia, capace di aggiungere una nota ironica e divertente.

Ne consegue dunque che, in base all’età dei partecipanti al Carnevale palmese, ciascuno ha esperienza da un certo periodo e che i più giovani non conoscano la semplicità della festa di una volta, presente invece nei ricordi di chi ha vissuto gli anni della seconda metà del ‘900. “Negli anni ’90 vi fu l’introduzione degli spettacolari abiti-struttura e di tessuti particolari”, ci spiega Claudio Ferrara, cofondatore della Livella insieme a un gruppo di amici che all’epoca s’identificava con il nome magic twenty e che portarono per le strade del paese quadriglie memorabili come Dalle Ande alle mutande, La Russia e Angeli e demoni. “Usciti da quadriglie come quelle degli Studenti e dei Gaudenti, noi magic twenty desiderammo cimentarci in qualcosa di nostro e, in effetti, riuscimmo a introdurre nuove idee nel Carnevale, come gli eccentrici cappelli coloratissimi indossati la sera del Passo (il lunedì grasso, quando la quadriglia esce e suona per le strade del paese senza costumi) e gli abiti-struttura, complicati, ma divertenti, che ancora oggi realizziamo e che a poco a poco sono diventati elemento ricorrente anche nelle altre quadriglie”. Chiediamo a Claudio se il lavoro di squadra è importante per organizzare una buona quadriglia. “Certo, è fondamentale. Il Carnevale finisce il Martedì grasso, ma subito dopo bisogna già pensare al nuovo tema e ai relativi costumi: prima dell’estate ogni cosa deve essere già abbozzata. Non siamo più lo stesso nucleo dei twenty fondatori: c’è chi è confluito in altre quadriglie e chi ha fatto l’esperienza della Fondazione Carnevale Palmese, che definisce le linee guida di tutta la manifestazione, complessivamente. La Livella oggi ha circa trenta soci e conta su diversi sottogruppi di lavoro: le condizioni per fare ogni anno belle quadriglie ci sono e l’impegno di tutti è sempre costante”.

Il racconto di Claudio tocca anche l’aspetto economico, non secondario nella preparazione di una quadriglia, al quale si provvede con l’autofinanziamento e con l’organizzazione di piccoli eventi e serate a tema, a seconda dell’inventiva del momento. Un altro fattore determinante per la riuscita della quadriglia, ma anche per i costi, è quello della musica, in particolare della banda  fiati, per la quale si ricorre a musicisti esperti e, purtroppo, non palmesi. È uno dei limiti del nostro Carnevale”, ci dice Claudio, “in paese non abbiamo una tradizione musicale di fiati tale da reperire sul territorio i professionisti necessari. Questa però potrebbe essere la sfida futura del Carnevale palmese: avere dei professionisti locali. In tal senso, si spera nei ragazzi che stanno frequentando le classi del Liceo Musicale Antonio Rosmini”.

Dello stesso parere anche Aldo Della Gala, che nel corso della nostra chiacchierata evidenzia questo nodo cruciale, pur auspicando che il Liceo Musicale possa riuscire un giorno a dare al Carnevale talenti che siano all’altezza della grande festa.

Aldo è un entusiasta che ha tanto da raccontare. Ci riporta ai suoi esordi da maestro e ci rendiamo conto che non è un caso che quest’anno la quadriglia Teglanum sia stata premiata proprio per la sua maestra, Carmela Della Gala, figlia d’arte. Aldo fu protagonista delle quadriglie di Radio Antenna Palma (poi Radio Antenna Campania). Furono le prime in cui i costumi si differenziavano da persona a persona. Il budget? Due milioni circa, nei primi anni ’80, cifra di partenza della quadriglia che inaugurò il filone, nel 1982, quella delle Carte da gioco, cui seguirono I fiori, Le caramelle, Le farfalle, Walt Disney. Dopo gli anni della radio, Aldo si legò al Comitato dell’Amicizia di Angelo Murano, con il quale realizzò vari temi, tra cui quello memorabile dell’India.

Da oltre un decennio, il progetto di Aldo condiviso da un gran numero di amici, si chiama Teglanum, come il toponimo che secondo gli archeologi potrebbe coincidere con la Pama di Età classica. Ed è con la Teglanum quadriglia che va individuato un altro cambiamento del Carnevale palmese. Con questo gruppo è nata la scenografia, tra cui citiamo, una su tutte, quella ispirata al mito di Michael Jackson. Aldo sogna che il Carnevale palmese si trasformi in una bellissima parata, ma il suo desiderio è soprattutto che le abilità per realizzare una grande festa emergano dai giovani del territorio. Già adesso gli abiti per la quadriglia li fa tutti l’associazione, in autonomia, nei suoi laboratori, cercando di restare in costi di manifattura ragionevoli. Anche gli accessori sono il frutto del lavoro dei giovani talenti dell’associazione, capaci di lavorare i materiali più disparati, tra cui carta e cartone, abili nel disegnare e nel cucire.

Una delle opportunità del Carnevale palmese consiste dunque nella produzione di manufatti e nell’intento di potenziare le abilità dei giovani, perché essi possano diventare sempre più autonomi e riescano a porsi come punto di riferimento per analoghe feste, campane e nazionali, trasformando la fucina d idee palmese in un polo di attrazione, ma anche in motore per l’economia.

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