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Palma Campania, la magia del teatro: quando il pubblico tifa per la straga

Palma Campania, 28 Marzo – Avere 107 anni e non dimostrarli! Biancaneve, fanciulla dai capelli scuri come l’ebano, la pelle bianca come la neve e le labbra rosse come il sangue (così narra la fiaba) incanta ancora con il suo candore, la sua grazia, la sua mitezza. Accade ancora e accadrà, finché un adulto tramanderà la fiaba a un bambino e finché l’intramontabile film d’animazione di Walt Disney incollerà agli schermi decine di spettatori grazie ai suoi bellissimi colori e fotogrammi e alla colonna sonora, di cui non c’è persona che non ricordi almeno il ritornello “Ehi-ho Ehi-ho Andiam, andiam, andiamo a lavorar”.

Accade anche a teatro, dove l’espressività e la simpatia degli attori in carne e ossa trasformano i coprotagonisti della fiaba in personaggi che conquistano il cuore del pubblico quanto la deliziosa e fragile Biancaneve. Come non mettersi nei panni della matrigna, vanitosa e superba e per questo gelosa e senza scrupoli, incapace di comprendere perché il candore, la grazia, la mitezza di Biancaneve piacciano al resto del mondo e non a lei? Come non amare il cacciatore alle prese con la sua coscienza che, nonostante le intimidazioni della regina, lo guiderà nella scelta della decisione più saggia e prudente, quella di risparmiare la vita a Biancaneve? Come non provare simpatia per i sette nani, in un primo momento prevenuti nei confronti di una “femmina” che nel loro immaginario è insopportabile perché, come uno di loro sa per aver conosciuto una volta una femmina, mette ordine ovunque e vuole aver ragione anche quando non ha detto ancora nulla, ma poi li conquista con la gentilezza, le premure e il fascino, tanto da indurli a rimanerle accanto in quanto più possibile e provare una struggente nostalgia dopo la sua tragica imprevedibile e morte? E come tacere del principe con il suo valletto scettico, risolutori per il lieto fine della fiaba, insofferenti rispetto ruolo cliché che vuole il principe un buon partito, appetibile e ricercato da tutte le ragazze?

Sì, stiamo parlando dei personaggi della famosa fiaba popolare europea Biancaneve e i sette nani, la cui versione più conosciuta è quella scritta e più volte rivisitata dai fratelli Jacob e Wilhelm Grimm, nota per tre antiche edizioni datate 1812 (quando apparve nella raccolta Fiabe dei bambini e del focolare), 1819 e 1857, la più famosa. Indimenticabile la versione a cartone animato del 1937, diretto da David Hand e prodotto da Walt Disney; belle anche le rivisitazioni in chiave moderna, tra cui proprio Sette streghe per Biancaneve, che ne attualizza i contenuti traendo spunto dai pericoli della vita moderna e dalle tematiche che sottostanno a fatti e misfatti del quotidiano.

È una versione rivisitata quella che stamattina è stata proposta dai giovani allievi del Laboratorio Teatrale Gulliver di Gabriela Maiello agli alunni delle classi quinte dei due circoli didattici di Palma Campania, la Antonio De Curtis e la Vincenzo Russo, ai quali è stata riservata la matinée, e che sarà replicata oggi pomeriggio per coloro che accoglieranno l’invito a teatro proposto dall’associazione di promozione sociale Viva e dal Laboratorio Teatrale Gulliver. Una versione insolita e poetica quella di Sette streghe per Biancaneve, in cui la Natura, mondo animato fa eco all’animo umano e in sintonia con esso perché l’uomo stesso è parte della Natura. Il fruscio del vento, il mormorio dell’acqua, il bisbiglio degli alberi e il cinguettio degli uccelli sono allegri quando tutto scorre senza intoppi, al contrario i loro mesti silenzi sono forieri di brute notizie. Gli animali del bosco possono essere civettuoli o timidi, protettivi o maldestri, come sono le creature umane nella loro quotidianità; il principe, bello e valoroso, può perdersi nel bosco proprio come una persona qualunque, che perde la direzione giusta e si avvilisce prima di ritrovarla. Le tenebre, infine, avvolgono e intimoriscono Biancaneve, ma poi le donano l’amicizia e l’amore, diradandosi e asciando il campo alla speranza e al divenire.

Lo spettacolo Sette streghe per Biancaneve porta in scena anche la morte, in una scena toccante, triste, realistica e commovente, in cui la morte è un sonno senza tempo e Biancaneve è vegliata dagli amici, i sette nani, sette creature fantastiche, o diverse, in un tempo sospeso, senza che la sua pelle raggrinzisca e la sua bellezza sfiorisca: è il tempo indefinito, quello delle emozioni e dei ricordi indelebili che sopravvivono agli addii.

Ancora un’iniziativa interessante, dunque, la seconda giornata mondiale del teatro proposta al pubblico palmese con la Biancaneve presentata dall’associazione di promozione sociale Viva e dal Laboratorio teatrale Gulliver, a ridosso della Giornata mondiale del Teatro del 27 marzo. Un’iniziativa utile, questa che vede per il secondo anno consecutivo il Laboratorio teatrale Gulliver di Gabriela Maiello e l’associazione Viva, presieduta da Filippo Carrella, impegnati per celebrare la Giornata mondiale del teatro, nata nel lontano 1962. Per fare teatro non occorrono solo un copione, le tavole di un palcoscenico o uno scenario naturale, la memoria, la voce, la gestualità, l’espressività. Occorre anche un pubblico attento, che abbia consuetudine con l’atmosfera della sala, con il silenzio necessario all’ascolto e con la tacita collaborazione che si stabilisce tra chi sta sul palcoscenico e chi sta in platea. Frequentare il teatro è abituarsi ad esso.

Il sipario si aprirà ancora stasera alle 18.00 per tutti coloro, grandi e piccini, che vorranno emozionarsi con Biancaneve, ridere con i sette spiritosissimi nani, fare il tifo per la protagonista e per il principe, o, perché no, per la regina invidiosa, che finge così bene da sembrare una vera tenera vecchina che vive dei prodotti genuini del suo orto.

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