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Palma Campania, incontro ravvicinato con i Profugy: band emergente dell’hinterland partenopeo

Palma Campania, 17 Novembre – Abbiamo fatto qualche domanda ai Profugy, band emergente dell’ hinterland napoletano, per capire chi sono, come si sono conosciuti e le varie vicissitudini che hanno affrontato prima di arrivare alla formazione attuale.

I Profugy

Madre natura ha donato uno sconfinato talento a questa giovane band, stiamo parlando di tre giovani brillanti, ironici e riflessivi, che vivono nella normalità e combattono, come tutti i loro coetanei, le difficoltà tipiche dei nostri giorni.

 

 

Come vi chiamate e di dove siete? 

Siamo i Profugy, un gruppo di origini partenopee”.

Com’è nata la band? e dove? 

“La band è nata attorno ad un falò, in spiaggia, in uno dei tanti viaggi che prima eravamo soliti fare spesso. Si cantava e si scriveva ciò che succedeva: le persone incontrate, le situazioni che ci trovavamo ad affrontare”.

Come mai la scelta dell’uso del napoletano? 

“Non c’è un vero motivo, avevamo delle cose da esprimere e il napoletano è stato il mezzo più efficace. Siamo naturalmente legati alla nostra terra, in ogni caso usiamo il dialetto per esprimere una realtà complessa che va anche aldilà del nostro territorio”.

I brani sono tutti scritti da voi? 

“Certo. Tutta farina del nostro sacco!” Rispondono orgogliosi i musicisti.

In che anno è nato il gruppo? 

“La band è nata nell’estate del 2010, ma ufficialmente con la prima uscita discografica, siamo nel 2015, con LP ‘La nostra comunità’ “

Come vi siete conosciuti? Da chi è nata l’idea del gruppo?

“L’idea è partita da Massimiliano, reduce da un disco come solista. Tramite amicizie comuni, c’è stato sin da subito un legame musicale e d’amicizia molto profondo. Ci siamo resi conto di avere diverse cose in comune e le abbiamo espresse nelle nostre canzoni”. 

Perchè Profugy? 

“Erano gli anni in cui si viaggiava molto. Ci ritrovavamo ogni volta a scoprire nuovi mondi, nuove ideologie e senza neppure rendercene conto, avevamo in mano storie di tutti i generi, ognuna delle quali guardava la vita da una prospettiva diversa. Ci piaceva accostare questa visione a quella degli occhi di un profugo che cerca disperatamente se stesso in una civiltà legata a futili convinzioni, ma che giudica ciò che vede per quel che è, senza vincoli, senza pregiudizi, nè distrazioni sociali”.

Quale messaggio volete mandare con la vostra musica? 

“Ci piace pensare che una nostra canzone possa servire a qualcuno, aiutare le persone nei momenti difficili che ognuno di noi inevitabilmente affronta lungo il percorso della vita. A volte le cose belle si nascondono proprio vicino a noi, basta solo saperle guardare”.

Dove vi esercitate o fate le prove?

“Il nostro mondo musicale è il blue beat studio di Francesco Pandico, a Palma Campania”.

Quali sono i vostri progetti futuri? 

“Da poco è uscito il nostro singolo e il 23 novembre uscirà il disco. Abbiamo lavorato sodo per presentare un prodotto valido e che può piacere. Speriamo di farlo ascoltare a più persone possibili con un’estate ricca di appuntamenti”.

In che modo è possibile seguirvi? 

“Sulla nostra pagina Facebook “Profugy” o su Instagram iprofugyofficial. Inoltre le nostre canzoni sono su spotify e sulle migliori piattaforme digitali. Potete anche visitare la nostra pagina YouTube, con già quattro videoclip ufficiali”.

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