Palma Campania, 15 Novembre – Il 23 Novembre, alle ore,18,30 nel Teatro Comunale di Palma Campania, con il patrocinio morale del Comune, sindaco Aniello Donnarumma, assessore alla cultura e agli eventi Elvira Franzese, nell’ambito delle manifestazioni dedicate alla lotta contro la violenza sulle donne, Insieme per le Donne “C’è un filo rosso che collega tutte le donne. È il filo della solidarietà, dell’unione, della forza”, l’Associazione Gruppo Archeologico “Terra di Palma”, presenta il libro “Conto i passi, storie di disamore”, di Michela Buonagura.
Conto i passi, storie di disamore, Metelliana Edizioni, illustrazione in copertina e impaginazione della UNIK/unik.love. La copertina è rossa come il sangue, che si versa nel dolore, e l’immagine della donna vuota che le hanno tolto la dignità. Nella quarta di copertina spiccano dirette e dure le parole dello scrittore L.R. Carrino: “È alle coordinate più sicure della Terra, è alla latitudine famiglia e longitudine casa che viene esercitata la brutalità più inattesa”.
“È un lavoro sofferto, ho attraversato il dolore per scrivere questi monologhi. Mi sono calata nei personaggi e nella loro sofferenza. Non è stato facile trovare le parole per poterla esprimere, evitando la mera retorica.” – dice l’autrice palmese, docente di lettere all’ I.S.I.S. A. Rosmini del suo paese.
È appassionata alle varie forme artistiche della scrittura: la poesia, il racconto, la fiaba, il teatro, la saggistica, articoli d’opinione presenti su quotidiani e riviste. L’ispirazione estetica matura da una profonda visione della realtà, alla quale dà voce con la sua parola. Da sempre è impegnata nella difesa dei diritti delle donne, per l’emancipazione femminile, realizzando e partecipando a numerosi eventi di denuncia sociale sul territorio campano. È stata una delle prime a parlare di violenza sulle donne nel paese in cui vive. Con Michelangelo 1915 Editore, ha pubblicato la plaquette Occasioni 2013 e la raccolta poetica Viaggiamo fuori rotta 2017.
La professoressa Anna D’Ursi conduttrice della serata e lo scrittore Luigi Romolo Carrino con il pregiato intervento saranno i relatori dei monologhi della Buonagura. Il libro che racchiude 29 monologhi contro la violenza sulle donne, tratta un tema di grande attualità: le vittime che ogni giorno i media ci rendono note oramai sempre in numero maggiore per violenza fisica e psicologica.
Le donne delle storie di disamore sono mogli, fidanzate, figlie, mamme, ragazze, bambini, donne semplici, di cultura, nella segregazione di uomini posseduti dalla gelosia, frustrazione, alcool, maschilismo. Non c’è spazio per la tristezza o lo sconforto, i personaggi si raccontano con una dolorosa ironia, come se l’autrice avesse dovuto prendere distanza per non straziarsi. Frutto dell’immaginazione e della libera espressione artistica dell’autrice, i monologhi, tutti, indistintamente, entrano nella testa, fanno riflettere e dovrebbero essere letti nelle scuole. Sono segnali di riflessioni per occhi che non vogliono vedere, orecchie che non sentono, voci che non proferiscono. Storie sofferte, vite spezzate e il più delle volte tragiche che escono da una penna garbata, quasi a non ferire ancora, le donne o gli uomini delle sue storie.
Come nel monologo dal titolo “E volevo cambiarla la mia vita”
Quando davvero dormo la sogno Kaduna
Sogno la casetta nostra
Pure il piatto vuoto
Mamma
Che era più bello di questo quando è pieno.
E ancora “Con la mia sciarpa rossa”
Io di anni ne ho tredici, sono rinchiusa in prigione, sto aspettando la mia esecuzione, mi impiccheranno, ho ucciso mio marito…ho partorito il mio primo figlio a dodici anni, dopo qualche mese già aspettavo il secondo. Una sera, avevo vomitato ed ero senza forze. Mi sono rifiutata. Mi ha dato calci nella pancia. Non ci ho visto più…
Sono storie che la cronaca quotidiana non ci risparmia e che la Buonagura riscatta con il grido liberatorio dal silenzio, la voce dell’io presente che non muore, si fa carezza, canzone, nella penna dell’autrice, come a cullare e lenire il male subito. Si sente in dovere da donna a donne martoriate ad offrire il suo “fiore”, con il libro. “E’ il mio dovere civico, umano, sollecitare riflessioni su un problema di cui tanto si discute e nulla si fa. Sono a contatto con i giovani quotidianamente e li guido a continue riflessioni sugli stereotipi che si costruiscono. Ed è proprio con loro, con i piccoli e con i ragazzi che bisogna partire per educare al rispetto di genere e a una corretta visione della vita. E anche i media devono fare la loro parte”- e poi conclude – prevenire la violenza, è un impegno che riguarda tutti, non solo le donne, soprattutto gli uomini”.
L’autrice ha dedicato ad Alessandra e alle altre donne, il suo libro, con una tale sensibilità da emozionarsi ed emozionare. Ed è vero quando afferma : “Una goccia nel mare questo mio scritto, ma tante gocce fanno il mare”.
Non resta che andare il 23 al teatro comunale, ma soprattutto grazie a Michela Buonagura a nome di tutte le donne. Al dono che ha fatto la sua penna con Conto i passi, storie di disamore.
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“Sono un’insegnante e amo profondamente il mio lavoro. Due cose segnano la mia vita: Famiglia e Scuola. Credo nella bontà, nell’umiltà, nell’amore per il prossimo. Questi gli stimoli del mio impegno quotidiano affinché la vita sia veramente degna di essere vissuta. Amo leggere, viaggiare e preferisco scrivere”.