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Napoli-Sampdoria 3-0: le pagelle degli azzurri

Napoli, 3 Febbraio – Il Napoli torna alla vittoria con una prestazione di grande livello. 3-0 contro una Sampdoria, soffocata dallo strapotere degli azzurri, che mettono in campo tecnica, velocità di palleggio e grande determinazione in fase di pressing.

Vittoria che ha importanti risvolti in termini di classifica con un Napoli che va a rosicchiare 2 punti alla Juve capolista, sorprendentemente fermata in casa dal Parma, guidato dal fulmine Gervinho. Infine questa partita, molto probabilmente, passerà alla storia come l’ultima, al San Paolo, del capitano Marek Hamsik.

Meret 6,5: Poco chiamato in causa, grazie all’ ottimo lavoro adoperato dalla difesa azzurra, ma quando c’è bisogno delle sue manone  non si tira indietro. Ottimo nelle uscite basse e in quelle alte. 

Hysaj 6: Buona la sua prova, riesce a non sfigurare in una partita delicata. Non si spinge troppo in avanti per garantire maggiore copertura in quella parte di campo. 

Maksimović 6,5: Dopo la pessima prestazione di martedì, nella partita di Coppa Italia contro il Milan, si riprende con una prova di grande attenzione e sostanza. Sempre pronto negli anticipi; fa valere il suo strapotere fisico negli uno contro uno. Non ha pietà nemmeno per Fabio Quagliarella, che prova in tutti modi a fare suo il record di goal segnati in più partite consecutivamente, ad oggi condiviso con Gabriel Omar Batistuta. 

Koulibaly 7: Se un giorno Carlo Ancelotti decidesse di schierarlo esterno d’attacco, tutti noi penseremmo all’ acquisto inspiegabilmente passato inosservato del nuovo fenomeno del momento, per poi accorgerci, guardandolo più da vicino, che si tratti del caro vecchio Koulibaly e quante ne sai Kalidou. Ieri oltre alla solita, sontuosa prestazione di copertura e costruzione del gioco, decide di sorprendere tutti e reinventarsi incursore d’attacco. In occasione del rigore per il Napoli, poi calciato da Verdi, il San Paolo ha invocato a gran voce il suo nome. Sicuramente meritava il goal. 

Mario Rui 7: Quando parte in velocità con le sue cavalcate da centometrista palla al piede, nessuno lo ferma. Poche volte si lascia trovare impreparato in fase difensiva. Pensavano che, al rientro di Ghoulam, sarebbe stato dimenticato, gettato a marcire in panchina se non per poche apparizioni; invece il portoghese non si dà per vinto e difende con le unghie e con i denti la sua maglia da titolare.

Callejon 6,5:Uno dei grandi protagonisti dello spaventoso uno-due napoletano nel primo tempo, che annichilisce la Samp. Autore di due assist illuminanti uno per Milik l’altro per Insigne. Determinato nel pressing e preciso nei passaggi. Sfiora il  goal con una parabola a giro che scheggia l’incrocio dei pali. 

Allan 6: Niente più che buona la sua partita. Non sembra il tempestivo demolitore delle azioni avversarie di inizio stagione, Forse perché non è in una condizione fisica brillante, o magari perché ancora distratto dal canto di quelle sirene parigine, che promettevano soldi e la grande occasione di alzare l’asticella. Il brasiliano è rimasto legato alla maglia azzurra, resistendo alla tentazione di tuffarsi in quella suggestiva avventura. Vedremo come andrà a finire. 

Zielinski 7: Il motore della fase offensiva napoletana  insieme a Mario Rui. I suoi strappi in velocità sorprendono la retroguardia blucerchiata; probabilmente batte il record di tunnel in una singola partita. Se mantenesse una costanza di rendimento, sarebbe, a mani basse, uno dei tre migliori in Italia in quel ruolo. Parte da lui l’azione che porta al goal di Insigne. 

Insigne 7: Da oggi il nuovo capitano. Prima dell’ultimo saluto al suo pubblico, Hamsik passa da lui, si sfila la fascia da capitano, quasi come fosse una corona, e gliela passa, il napoletano la indossa e la contempla: ora è sua, è lui il re. È tornato il vero Insigne, ieri si è visto un giocatore rinato, dribbling, tiri a giro, tacchi, strappi palla al piede e poi arriva il goal. Si insinua tra due difensori con ottimo tempismo; viene servito da Callejon e con la precisione di un cecchino trova l’angolo, senza lasciare al portiere neanche la speranza di poter incidere sulla traiettoria di quel proiettile. 

Milik 6,5: Alza a 12 il suo bottino di marcature in Serie A; il suo è un goal da grande opportunista, si impone con forza nel mezzo della difesa avversaria e, quando arriva il pallone, senza un briciolo di esitazione, lo piazza sotto la traversa. 

Diawara 6: Entra a partita in corso con il delicato compito di fare da lucchetto alla cassaforte in cui c’erano custoditi i preziosi tre punti. Dà equilibrio alla fase difensiva e prova anche a segnare. 

Verdi 6,5: Entra nel finale al posto di Insigne e viene incaricato di battere il rigore; la sua realizzazione è perfetta,  con un movimento del corpo inganna il portiere che si getta al lato opposto  rispetto al pallone. 

 

Ancelotti 7: La squadra non subisce il contraccolpo psicologico della gara persa malamente in settimana e reagisce con carattere. La fase di attacco è caratterizzata da un gioco veloce e la fase di ripiegamento da un pressing efficace. Ottimo lavoro. 

Hamsik 7: La sua partita sembra l’inizio di un nuovo capitolo della storia d’amore tra Marek e la maglia che porta indosso; invece siamo ai ringraziamenti. Opera da regista e costruisce gioco in ogni zona del campo. L’apoteosi è il lancio chilometrico a pescare sui piedi Callejon che impacchetta e serve l’assist a Milik. Prima si esibisce nel passaggio di testimone a Insigne, che diventa suo erede, poi raccoglie sulla pelle l’abbraccio caloroso del San Paolo, si toglie la maglia azzurra, la piega con cura e la infila nel cuore, per non perderla, per non dimenticarla. Alcuni dicono sia una bandiera, altri pensano che uno che scappa così non potrà mai esserlo. Marek non si comporta da leggenda, non saluta il pubblico con un discorso strappalacrime, il suo addio non ha la cornice di una cerimonia pomposa, lui va via in silenzio senza dire nulla, proprio come è arrivato, eppure il suo pubblico lo applaude e gli dimostra affetto. Non passa al Barcellona o al Real Madrid, vola in Cina con 9 milioni annui in tasca ma svestito di una pelle, una seconda pelle che per 10 anni, 12 stagioni ha indossato e difeso.

 Tra le mani poco e niente, un paio di coppe Italia e una supercoppa italiana. Miglior realizzatore della storia del Napoli, anche sopra un dio, e calciatore con più presenze all’attivo. Per molti sarà poco, pochissimo, pensando ad un professionista di quel livello, non per i napoletani. Nonostante la distanza siderale, 11521 km corrono tra Dalian, nuova destinazione dello slovacco, e Napoli, quando alzerà la testa in cerca del suo passato con una punta di nostalgia, Marek troverà sempre lì la sagoma del Vesuvio, incastrata tra il cielo e il presente. 

Matteo Ariola

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