Cultura

Mariglianella e Brusciano, tracce di Memoria della tragedia di Balvano del 3 marzo 1944

Mariglianella, 29 Febbraio – Domenica prossimo, 1° marzo 2020 a Balvano in provincia di Potenza, verrà ricordata la tragedia ferroviaria avvenuta nella “Galleria delle Armi”, tra le stazioni di Balvano-Ricigliano e Bella-Muro della linea Battipaglia-Potenza, il 3 marzo 1944.

In questo luttuoso evento, uno dei più tragici, gravi e misteriosi disastri mai registrati nella storia ferroviaria, perirono oltre 500 persone,  vittime registrate, ma si ritiene che il numero definitivo più attendibile sia di circa 600 morti.  La commemorativa giornata, è stata organizzata dall’Amministrazione Comunale di Balvano, con il Sindaco Dott. Costantino Di Carlo, perché «Il Comune di Balvano intende non dimenticare quanti morirono a causa dell’incidente e vuole celebrare l’Anniversario con le autorità dei comuni coinvolti. La presenza a Balvano del Presidente della regione Campania, On. Vincenzo De Luca, il giorno di domenica 1° marzo 2020, sarà l’occasione per ricordare quanto accadde 76 anni fa su questo territorio».

La manifestazione inizierà alle ore 10,30 presso il Municipio di Balvano, alle ore 11,00 al Cimitero di Balvano avverrà la “Preghiera alla Cappella delle Vittime del Treno 8017”; alle ore 11,30 verrà presentato insieme allo stesso autore, Gianluca Barneschi, il libro “Balvano 1944 Indagine su un disastro rimosso”.

La cappella nel Cimitero di Balvano, a ricordo di tutte le vittime del disastro del 3 marzo 1944, venne costruita nell’anno1972 da Salvatore Avventurato di Torre del Greco, che in quella tragedia perse il padre Agostino di 49 anni ed il fratello Vincenzo di 17 anni.

«All’epoca, in piena Seconda Guerra Mondiale, -racconta il sociologo Antonio Castaldo- l’Italia era divisa in due parti. A Nord vi era la Repubblica Sociale di Mussolini. Il primo marzo del 1944 c’era stato lo Sciopero Generale nell’Italia occupata.  Da quelle parti gli occupanti tedeschi soffrivano la Resistenza dei Partigiani guidata dal Comitato Nazionale di Liberazione, nato il 9 settembre 1943 il giorno dopo l’avvenuto Armistizio, fino a 1947. A Sud usciva dalla Guerra l’Italia liberata dalle truppe angloamericane, Regno di Vittorio Emanuele III con a Capo del Governo il settantaduenne, Maresciallo d’Italia, Pietro Badoglio. La sede governativa era Salerno dall’11 febbraio 1944. La città di Napoli, con l’insurrezione popolare delle “Quattro Giornate”, dal 27 al 30 settembre 1943, si era liberata da sola dagli occupanti tedeschi. In questa parte d’Italia dunque non vi era più guerra, né alcun dittatore a comandare. Una sola sofferenza segnava le popolazioni, in particolare a Napoli e provincia: la fame. Il giorno due marzo alle ore 19.00 partiva da Napoli il “Treno Merci n. 8017”, con 47 vagoni e due locomotive, con la stragrande parte di viaggiatori in cerca di cibo verso la campagna di Potenza. Uomini, donne, ragazzi, per la maggior parte delle province di Napoli e Salerno andarono così incontro alla morte. Fra quelle vittime vi furono, Esposito Domenico di anni 28 e Antonio Ambrosino di anni 17, provenienti da Mariglianella e Romualdo Saggese, 33 anni, di San Giorgio a Cremano di cui una figlia, Colomba, vive a Brusciano da quando bambina orfana venne adottata dalla famiglia Romano-Di Napoli esercente il commercio dei beni alimentari. La Signora Colomba, coniugata con Lorenzo Esposito, originario di Scisciano, ha avuto quattro figli e vive serenamente a Brusciano».

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