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LA FESTA DEL CAOS

Napoli, 4 Marzo – Il periodo di carnevale sta avviandosi verso la conclusione: domani si festeggerà il martedì grasso, giorno in cui v’è l’abitudine di immedesimarsi in un personaggio – fantastico o realmente esistente -, vestire i suoi panni e sfilare per piazze e vialoni. Ciò è fonte di sollazzo soprattutto per i fanciulli, i quali attendono con impazienza l’anzidetto giorno: essi, infatti, non vedono l’ora di mascherarsi, scendere in strada e fare un po’ di baldoria con i propri coetanei, cogliendo l’occasione per instaurare nuovi rapporti di amicizia (magari con un reciproco lancio di coriandoli, stelle filanti, et cetera).
A molti sfugge, tuttavia, che questa festa dà sovente luogo ad effetti caotici, dal momento che, accorrendo la gente a frotte per le vie cittadine, il regolare flusso della circolazione – veicolare e pedonale – finisce col subire un blocco non indifferente: i genitori dei bimbi, cercando disperatamente un “buco” ove parcheggiare il proprio SUV – o motocicletta – di ultima generazione, si fanno strada a suon di clacson sotto gli occhi increduli di concittadini e turisti o – dato ancor più irritante – effettuano fermata al centro della carreggiata per far scendere consorti sui tacchi, madri che nascondono la propria vetustà con ombretti, cipria e Coty (magari dopo essersi dolute – come al solito – dell’esiguità della pensione percepita) e, non da ultimo, la prole sfoggiante costumi appena usciti dalla sartoria (o cuciti da qualche nonna di buon cuore). 
Orbene, carissimi Lettori, a non prestare attenzione ai particolari testé elencati sono spesso le Amministrazioni comunali, i cui componenti (a parer mio) sono ben consapevoli che in occasioni del genere occorre avere un occhio di riguardo alla sicurezza dei Cittadini: anno dopo anno (l’età avanza anche per me, sic!) mi avvedo che i centri urbani vengono letteralmente abbandonati da chi di dovere, la qual cosa permette alle…. “maschere senza volto” di darsi alla pazza gioia, rendendo il suolo pubblico un lordume o creando problemi a chi, pur non fregandosi un tubo del carnevale, decide di muoversi con la propria utilitaria o di indossare abiti più chic.
Un esempio può forse chiarir le idee: quando avevo undici anni ero solito riunirmi con compagni di classe ed amici al parco pubblico “Villa Avellino”, sì da poter trascorrere un pomeriggio in mezzo al verde; ma accadde un giorno che venni colpito alla tempia da un corpo apparentemente contundente che poi…. si è aperto una volta cadutomi sul soprabito. Trattavasi…di un uovo marcio, il cui olezzo è facilmente immaginabile. Le conseguenze furono drammatiche, giacché fui costretto a raggiungere casa celermente per lavarmi dalla testa ai piedi, cercando – con il paziente ausilio di mia madre – di eliminare quel puzzo immondo che, mio malgrado, emanavo.
Quel giorno, cari Lettori, dov’erano Guardiani del Parco, Vigili Urbani, et cetera? Non si sa. Forse…..a far chiacchiere! Per carità, nei loro confronti nutro ammirazione e riguardo; ma, evidentemente, chi gli era sovraordinato aveva posto nel dimenticatoio le possibili conseguenze del lasciare una villa storica in mano ai teppistelli.
Non è vero, dunque, che “a carnevale ogni scherzo vale”; o meglio, a valere sono gli scherzi veri – come il lancio di coriandoli, spuma e stelle filanti – , e non anche le condotte che sfociano nella violenza e/o nella mancanza di rispetto verso i Concittadini.
Festeggiare il carnevale è una tradizione consolidata, ma…. lo si faccia con moderazione, altrimenti questa festa non sarebbe più tale!
Adriano Spagnuolo Vigorita
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