Attualita'

IN DIFESA DEI DIFENSORI

Napoli, 20 Febbraio – Prima che la civiltà Cinese introducesse la tecnologia di fabbricazione della carta – e che l’uomo iniziasse ad usare la parola come mezzo per interagire coi propri simili – si comunicava attraverso le smorfie, i mugugni e la rappresentazione di immagini: così, infatti, hanno visto la luce le arti figurative ed il linguaggio dei segni.
Con l’avvento della videoscrittura, in particolare dopo l’affermarsi dei social networks, l’uso della penna è divenuto pressoché desueto: poche persone, infatti, stendono lettere o si dedicano a riportare le proprie memorie su un diario segreto, come si usava fare al tempo dei nostri antenati. Bei tempi, quelli in cui si socializzava con i penfriends, instaurando con essi rapporti di amicizia destinati a varcare la soglia delle quattro mura od il confine di uno stato.
Va osservato, tuttavia, che la diffusione della scrittura s’è dimostrata latrice anche di effetti negativi, come ad esempio la diffamazione a mezzo stampa (o tramite il web) – che si manifesta attraverso la pubblicazione di privi di riguardo o di assurde panzane fatte passare per verità – e, non da ultimo, il vandalismo, fenomeno largamente diffuso nei luoghi particolarmente frequentati dai Cittadini (come ad esempio convogli ferroviari, scuole, istituti universitari ed addirittura nei palazzi di giustizia).
Orbene, carissimi Lettori, in taluni casi i fenomeni poc’anzi citati paiono camminare sottobraccio: da assiduo frequentatore delle linee metropolitane mi capita spesso di leggere – come a bordo così in stazione – scritte finalizzate a rendere il Prossimo oggetto di scherno, a sminuirne il ruolo svolto al servizio della società. Avant’ieri, all’atto della salita in metro, ho notato che un individuo dal cervello completamente fuso aveva “addobbato” le pareti del vagone con frasi poco edificanti nei riguardi dell’attività prestata dagli avvocati: questo bifolco asserisce con fermezza che costoro “si vendano le cause”,  curandosi quindi non dell’interesse dei propri assistiti, bensì del modo più efficace per colmare il proprio portafoglio.
Chi mi conosce sa che….sono nel vivo del percorso di formazione previsto dalla legge come requisito d’accesso all’esame di abilitazione, e che, tra le altre cose, sono fiero di aver intrapreso questa strada: per tal ragione ho ritenuto opportuno assumere in questa sede le difese dei patrocinatori legali; e desidero farlo rivolgendomi direttamente al vandalo in questione.
Caro Concittadino, da strenuo difensore della Giustizia e solerte lavoratore sono ben conscio di quanto derivante da una controversia esaminata male dal giudicante e/o non interpretata a dovere da chi avrebbe dovuto assumere diligentemente le Tue difese. Devo, però, rivolgerti un monito che, a mio avviso, Ti risulterà utile nel futuro: fare di tutta l’erba un fascio, imbrattare le cose comuni e, non da ultimo, infangare la reputazione dei conlegae maiores non Ti qualifica come persona retta. Mi auguro di poter assumere le Tue difese qualora ne avessi bisogno, e Ti garantisco che se ciò dovesse effettivamente verificarsi, mi adopererò acciocché il giudicante si pronunzi in Tuo favore. Ove mai l’esito del giudizio dovesse, invece, rivelarsi negativo….non prendertela con me: sul difensore legale (come sul medico) incombe un’obbligazione di mezzi, non di risultato. 
Dando per scontato che Tu sia perfettamente in grado di comprendere quanto testé dettoti, Ti invito a non comportarti più da zuccone, ma da persona ragionevole.
A conclusione del presente articolo intendo ribadire che l’avvocatura, pur mal vista da diversi soggetti, è – al pari di ogni altro lavoro – una professione rispettabile: la nostra Costituzione, infatti, garantisce ad ognuno il diritto sacrosanto alla difesa dei propri diritti, quindi l’attività forense può essere considerata una vera e propria missione. Anche l’assistito, però, ha un dovere: occorre che egli, nel conferire con il proprio legale, esponga dettagliatamente i fatti e, laddove non dovesse ricordare dei particolari, gli narri quanto è in sua conoscenza, sì da spianargli, per così dire, la strada.
Spero di riuscire a dimostrarmi un valido missionario della Giustizia: la strada da percorrere è ancora lunga, ma….non ho intenzione di mollare. 
Adriano Spagnuolo Vigorita
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