Cultura

I Sarrasti di Longola, una nuova opportunità per conoscerli

Poggiomarino, 13 Febbraio – “Benvenuti!”. Questa la parola piena di entusiasmo con la quale la mattina dello scorso 10 febbraio il sindaco di Poggiomarino, Leo Annunziata, ha personalizzato il taglio del nastro per inaugurare l’atteso Parco Archeologico Naturalistico di Longola. All’evento hanno partecipato la consigliera delegata ai Siti UNESCO della Città Metropolitana di Napoli, Elena Coccia, l’assessore alla Formazione della Regione Campania, Chiara Marciani, e il direttore generale del Parco Archeologico di Pompei, Massimo Osanna. All’inaugurazione hanno inoltre dato il proprio fattivo contributo la banda Musikarte, l’associazione G.A.P., che ha allestito una mostra fotografica storica, il Gruppo Archeologico Terramare 3000, che ha curato i laboratori didattici, gli artigiani custodi degli antichi mestieri e i progettisti del Parco Archeologico, che hanno accompagnato i visitatori alla scoperta del sito. L’appuntamento di sabato ha richiamato un gran numero di persone provenienti da diverse località; a circa diciotto anni dalla fortuita scoperta del Villaggio protostorico di 3500 anni fa, infatti, la fama del sito ha abbondantemente superato i confini dell’area vesuviana e oggi Longola è argomento di studio e motivo di interesse per esperti e amanti dell’archeologia di ogni dove.

Attraverso gli indirizzi di saluto del sindaco e delle autorità sono state evidenziate le potenzialità del Parco Archeologico, che costituisce un’opportunità di crescita culturale ed economica per gli abitanti del territorio. Il Parco è infatti una realtà culturale che gioca un ruolo fondamentale per far conoscere alle genti della Valle del Sarno le proprie radici e a quelle della Campania uno dei popoli che anticamente abitavano la regione, i Sarrasti.

Nel Parco di Longola è stato ricostruito un nucleo dell’insediamento fluviale protostorico, con la riproduzione di due capanne poste su un isolotto delimitato da palizzate. Le capanne ricordano i casoni ancora oggi diffusi nelle campagne della Laguna Veneta (dalle nostre parti invece questa tipologia è scomparsa) e si inseriscono in un panorama che spazia dal Vesuvio alle colline di Palma Campania e di Sarno, dalla Piana del fiume Sarno ai monti di Agerola, paesaggio che tre millenni fa, agli occhi dei Sarrasti, appariva incontaminato. Il Parco di Longola, dunque, rappresenta un elemento identitario e racconta la storia degli uomini e del paesaggio prima della nascita di altri centri meno remoti, tra cui Pompei.

Nel Parco Archeologico di Longola sono state costruite anche alcune strutture che ospiteranno laboratori ed attività didattiche, come il birdwatching; ci sono inoltre percorsi olfattivi e orti. Vi sono infine il sentiero lungo il fiume Sarno e le aree adibite a pic-nic. È stato notato che il Parco Archeologico non ha strutture espositive, non è un museo, non conserva i reperti recuperati durante le campagne di scavo. Questi cimeli infatti sono custoditi nei depositi dalla Soprintendenza, a Pompei e a Boscoreale. Questo perché gran parte del materiale rinvenuto a Longola richiede tecniche di conservazione avanzate e il sito stesso, trovandosi in zona umida, pone problemi di manutenzione. “È vero, i reperti non si trovano qui”, ha spiegato il sindaco Leo Annunziata nel suo discorso, “tuttavia il Parco Archeologico di Longola è un tassello fondamentale per la ricostruzione delle origini del territorio di Poggiomarino e della vicina Pompei e le capanne ricostruite, i laboratori didattici e tutte le attività che saranno offerte dal Parco rappresentano una valida possibilità di crescita culturale e di sviluppo economico per l’area di Poggiomarino e dei paesi limitrofi”.

Abbiamo ripercorso con la prof.ssa Linda Solino del Gruppo Archeologico Terramare 3000 la storia del villaggio protostorico di Longola, per il quale negli anni scorsi e fino a oggi sono state combattute molte battaglie per evitare che fosse trascurato, interrato, dimenticato. “Il villaggio di Longola è stato scoperto nell’ottobre del 2000, nel corso di uno scavo per la costruzione di uno dei depuratori del Medio Sarno”, racconta la professoressa. “La notizia della presenza di materiale archeologico nel terreno del cantiere allertò i cittadini attivi di Poggiomarino, tra cui gli stessi che si erano mobilitati per salvaguardare il paesaggio e le acque del fiume. I reperti di Longola si rivelarono subito di eccezionale importanza, come confermato dalla competente Soprintendenza di Pompei. S’interessarono anche le associazioni dei paesi limitrofi, per fare rete e per difendere il sito archeologico dall’indifferenza e dalle tante problematiche che lo minacciavano. Le campagne di scavo, infatti, fin dal primo momento hanno dovuto fare i conti con le strutture per il disinquinamento del Sarno, con la mancanza di fondi e soprattutto con lo scetticismo degli abitanti della zona. Il villaggio di Longola, esteso su più di sette ettari, era veramente un luogo unico. Finalmente con l’inaugurazione del Parco Archeologico abbiamo compiuto un altro passo per la valorizzazione. Un altro passo in avanti è stato fatto”.

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