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È SEMP’ ACCUSSÌ

Napoli, 15 Gennaio – Una mattinata fosca, quella di ieri: dalla torre “A” del Palazzo di Giustizia si intravedono a malapena le colline del Vomero Alto, da decenni meta di turisti provenienti da ogni parte del Globo, desiderosi di ammirare quel panorama di rara bellezza che Napoli è in grado di offrire: ad avvolgere le anzidette alture è una fitta nebbia, segno evidente della piccolezza dell’uomo dinanzi all’immensità della natura, già  messa in luce dal noto pittore Caspar David Friedrich (figura di rilievo del Romanticismo artistico) nel suo capolavoro, “Il viandante sul mare di nebbia”.
Ogniqualvolta vien giù l’acqua – sia pur non a secchiate, come di solito – ad addentrarsi in banchi di nebbia sono (guarda caso!) i soggetti preposti ad assicurare la vivibilità della nostra amata Parthenope. Contrariamente a quanto potrebbe apparire, non mi riferisco soltanto ai membri delle Istituzioni ed agli organizzatori dei servizi di trasporto pubblico, ma anche ai nostri tanto amati Concittadini che, pur volendo definirsi “Napoletani D.O.C.”, dimostrano a locali e turisti di non aver nulla a che fare con la componente “dabbene” della città: la maggior parte di essi, infatti, sembra trarre profitto dalle avverse condizioni meteorologiche per trasgredire le regole del Codice Stradale (parcheggiando in doppia fila, azzardando – alla guida dei propri motoveicoli eccessivamente sfarzosi –  sorpassi pericolosi e potenzialmente letali, attraversando al di fuori delle apposite strisce per raggiungere il tanto ambito riparo dall’acqua, et cetera), per depositare i rifiuti fuori degli orari stabiliti (od addirittura sul……manto stradale o lungo le sedi ferroviarie, come loro solito) e perfino per commettere angherie ai danni del Prossimo (è il caso dei rapinatori e dei guardiamacchine abusivi, che per ottenere denaro sarebbero disposti a far la pelle anche ai propri congiunti). 
Ma i Cittadini che si professano “onesti” dove sono, e cosa fanno per rendere Napoli una città vivibile? Ohimè, si limitano a s’zucà a’ caramell (It.: “succhiarsi la caramella”), ossia ad adeguarsi alla situazione scabrosa che s’è venuta a creare: il loro obiettivo è quello di “vivere in tranquillità”, senza ulteriori preoccupazioni; ma, miei cari, se il Cittadino non si dimostra collaborativo nei riguardi delle Istituzioni…..come potete pretendere che le cose cambino celermente? Se qualcosa non va…..occorre battersi: non si può permettere ad una mela marcia di danneggiare l’intero contenuto della canestra! 
Adriano Spagnuolo Vigorita
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