Cultura

Come regionalizzare la scuola campana ad iniziare da Nola in ricordo della libertà perduta di G. Bruno

Napoli, 9 Ottobre – I giornali sono una fabbrica di contenuti in carta e digitali. Uno strumento di democrazia solo se è superpartes, ma stando dentro le parti, altrimenti disinforma dell’attualità il lettore, spesso pubblicando di un passato remoto, morto e sepolto dal tempo, come fanno molti scrittori e articolisti, purtroppo. Un media dovrebbe essere un cane da guardia a custodia del buon funzionamento delle istituzioni comunali, provinciali, regionali e nazionali. Il quotidiano, online soprattutto perché letto dai giovani che sono più avvezzi al digitale, è anche uno specchio e un luogo di auto-coscienza per la comunità, non ristretta né tribale, cui si rivolge. Quasi un sismografo chiamato a rilevare, nel divenire del reale, i fenomeni, i nuovi protagonisti soprattutto e le eclissi dei politici di prima. Un setaccio che, mosso e agitato giorno per giorno, favorisce l’emersione del ceto dirigente (che sia politico, o nel campo delle professioni, nell’imprenditoria o nell’associazionismo e nello sport). Delle scuole del salernitano si cita il liceo classico “Tasso”, mentre nel Nolano sono tante e tra tutte il liceo “Carducci” si distingue per vari aspetti. Nola è uno dei pochi comuni di medie-grandi dimensioni quasi 35 mila che cresce di popolazione negli ultimi due decenni. La presenza degli stranieri si attesta nella media nazionale del 6-7% con prevalenza di romeni. Nola non è una cittadina qualunque, ma la patria del Domenicano e Filosofo Giordano Bruno, bruciato vivo nel 1600, dalla Chiesa a soli 52 anni. La sua casa – che non esiste più – era modesta, ma nel suo De immenso egli ricorda con commossa simpatia l’ambiente che la circondava, l’«amenissimo monte Cicala», le rovine del castello del 1100, gli ulivi – forse in parte gli stessi di oggi – e di fronte, il suggestivo e storico Vesuvio, che egli, visitò da ragazzo e ne trasse l’insegnamento di non basarsi «esclusivamente sul giudizio dei sensi», come faceva, a suo dire, Aristotole, imparando soprattutto che, al di là di ogni apparente limite, vi è sempre dell’altro. Dunque Nola è un simbolo di libertà di pensiero anche 419 anni dopo del suo illustrissimo filosofo, che pagò con la vita la libertà, rifiutata.

Le riforme per la nostra scuola che i governi (bianco-rossi, giallo-verdi e giallo-rossi) hanno fatto e hanno intenzione di fare, sono state tutte all’interno della scuola pubblica o statale. In epoca di invocata regionalizzazione della scuola, soprattutto da tutte le regioni del settentrione, ma anche dalla Campania con il governatore attuale, è bene avere delle idee propositive in merito. Il panorama partitico attuale, in merito alla differenziata e regionalizzata scuola, prevede solo il passaggio dallo stato alla regione dei dipendenti o personale scolastico, docenti ed Ata (come ha chiesto sia il governatore veneto che il ministro agli Affari Regionali, pure veneta). Più cauti sono stati i governatori meridionali che però si sono divisi tra il no alla regionalizzazione e il si ma facendo rimanere il personale tutto statale. Dai due o tre schieramenti c’è poco da scegliere poiché, a giudizio dello scrivente, sbagliano in pieno nel prospettare una scuola che riforma tutto per non cambiare alcunché. Se, invece, si cominciasse a riformare, facendo diventare regionale, un numero limitato di scuole, le più antiche, si potrebbe sperimentare il nuovo che avanza nella richiesta di autonomia o decentramento. Parere di chi vi scrive è che una vera riforma scolastica dovrebbe poter prevedere anche un sistema di scuole libere in sana competizione con quello statale tradizionale. Al primo sistema la Regione dovrebbe pagare, in gran parte, la retta agli studenti bisognosi (facendone stabilire il reddito regionale) che la scelgono. Nel contempo aumentare le tasse d’iscrizione alle scuole medie superiori statali di un valore pari al 60% della somma delle rette pagate annualmente alle scuole libere. In tutte le scuole libere-regionali e statali dovrebbe essere garantita anche la libertà di scelta del docente da parte del discente, dopo i 16 anni.

Oggi non lo è per timore della scelta del docente più permissivo? Forse, ma la realtà è che oggi lo studente è considerato un suddito dallo Stato padronale. Nemmeno gli studenti adulti dei corsi serali delle medie superiori è ancora consentito la scelta del docente. Su tale scelta libera dell’utenza, anni fa, in una di tali scuole a Padova, feci una provocazione culturale, su insistente consiglio di una collega indigena e di lingua inglese, figlia di un generale e con un fratello docente universitario. Votammo per alzata di mano in 45 docenti del corso serale di una media superiore e a favore ci furono solo 5 voti, la maggioranza si astenne e una ventina votarono contro. Ecco questa è la scuola veneta e forse anche italiana? Certo, è ampiamente risaputo che i docenti sono orientati in gran parte verso la visione statalista che è sia dei partiti di Sinistra (sia di moda che storica come molti figli del popolo con il virus da epidemia marxista) che di Destra (la piccola borghesia, spesso parassitaria diffusa più al sud che al nord). E il centro? Non esisteva e non esiste ancora ora che anche quelli cattolici sono “buttati”-parafrasando Totò- a sinistra? Ma torniamo alla Campania nativa per provocare un inizio di una discussione, si spera libera da pregiudizi. Dove iniziare a sperimentare una siffatta scuola (libera in competizione sana con la statale e con scelta del docente da parte del discente dopo i 16 anni) scuola in Campania? Dalle scuole più antiche e prestigiose del suo territorio. A parte il liceo scientifico “Caccippoli” («Cos’hai?» «Niente. Sono solo una derivata sbagliata»). (Dialogo tra Giulia Sofia Bakunin e suo figlio, Renato Caccioppoli) di Napoli, conosciuto da chi scrive nel 1984 insieme al prof. Pasquale Cervo di Caiazzo, ci si limita in gran parte del territorio della Provincia di Caserta, dove tra le scuola più antiche se ne segnalano solo tre: l’Issis “Foscolo” di Teano, il liceo classico “Giannone” di Caserta e l’Issis di Piedimonte Matese.

Quest’ultima unità scolastica si rifà alla istituzione dell’ITAS “A. S. Coppola” di Piedimonte d’Alife dal 1888, in questa cittadina c’è anche, per questa scuola, la sede del Collegio Provinciale dei Periti Agrari e Laureati in Agraria (presieduto da Filippo Farina), che non è a Caserta come per tutti gli altri sodalizi analoghi delle professioni o arti liberali della popolata (oltre 900mila residenti) provincia di Caserta. A questa scuola, la più antica e perciò anche la più prestigiosa, del Sannio Alifano ho dedicato un ampio capitolo del mio saggio ”Piedimonte M. e Letino tra Campania e Sannio”, Energie Culturali Contemporanee, Padova 2011. Comunque l’Italia, già unita da un quarto di secolo, avvertì il bisogno con Regio decreto n.5644 del 1888, di istituire anche La . Scuola pratica d’agricoltura di Piedimonte d’Alife, che iniziò a funzionale, grazie a soldi dati dal comune con la cassa depositi e prestiti, poi restituiti dai comuni del circondario, dal 1989 nell’ex convento dei Cappuccini e di terreni comunali. Nel 1923, con R. decreto n. 3214, la Scuola cambiò in Ente Consorziale Autonomo con tre persone, una del Comune, una della Provincia e una del Governo nel cons. d’amministrazione. Dal 1933 la scuola, con un altro R. decreto, il n. 1974, diventò R.Scuola Tecnica Agraria ed aveva un corso biennale per conferire il diploma di Agente rurale. Dal 1950 la scuola si chiamò Istituto Tecnico Agrario, divenendo autonomo da Napoli-Ponticelli il 1958. Tra i presidi si ricordano solo quelli che, noti a chi scrive, hanno scritto del territorio locale e cioè sia l’attuale Naturalista, Nicolino Lombardi, che Pasquale Ciliberti, entrambi sanpotitesi. Il 30 agosto 2014, scrissi su Matese News Informazione “Un ITAS che eroga servizi di qualità formativa a molti studenti provenienti da Gallo Matese, Letino, Capriati al Volturno, Ciorlano, Fontegreca, Prata S., Pratella, Ailano, Valle Agricola, Raviscanina, Sant’Angelo d’Alife, Alife, San Potito, Gioia S., Dragoni, Alvignano, Caiazzo, Baia e Latina”. Invece, a dirci qualcosa dell’Issis “Foscolo” di Teano ci ha pensato il suo Dirigente scolastico, che dirige anche un media online. Vediamone i dettagli anche per promuovere e gratificare scuole attive nel bistrattato territorio casertano. ”L’Isiss Foscolo quest’anno compie 154 anni.

Il ginnasio sidicino è stato il primo a nascere in provincia di Caserta e questo andava senz’altro ricordato nella pubblicazione. “Il nostro Liceo, spiega il preside Mesolella, ha compiuto 154 anni di vita (è nato il 1 settembre del 1865): un secolo e mezzo fa, ed è fiero della sua storia ultracentenaria. E’ la fortuna delle città antiche quella di avere una propria storia, con una propria tradizione culturale ed un liceo municipale: il Giulio Cesare di Roma, il Tito Livio di Napoli, il Sallustio di Sulmona, il Pitagora di Siracusa e così via. Sono le città che hanno una lunga storia da tramandare ad essere orgogliose della propria scuola e del proprio liceo. Da un libro del 1884 di Giuseppe Lonardo, intitolato “La Risurrezione del Ginnasio a Teano” e stampato a Caserta dalla tipografia Nobile, abbiamo la certezza documentata che la nostra scuola secondaria ha 154 anni di vita e che inizia proprio con il Ginnasio nel 1865. Non solo: il Ginnasio sidicino è il primo ad essere stato fondato in provincia di Caserta, se si considera che il “Giannone” casertano fu inaugurato il 2 gennaio 1866. Un ginnasio, quello di Teano, alla cui vita contribuiva non solo l’amministrazione teanese, ma anche quelle dei paesi vicini come Vairano, Roccamonfina, Marzano, Cajanello, Carinola, Tora e Piccilli, Pietramelara, Calvi Risorta e Sparanise. Con il Tempo al primitivo Ginnasio si sono aggiunti il Liceo Classico, il Liceo Scientifico con potenziamento Bio Medico, il liceo Linguistico, il liceo delle Scienze Applicate, il Liceo delle Scienze Umane, la Ragioneria, il Geometra, il Turismo, l’indirizzo Sistemi Informativi aziendali (informatica), l’indirizzo Serale Sirio e una sede del CPIA. Per ricordare tutto questo, si è ritenuto opportuno distribuire agli alunni gratuitamente anche quest’anno, un annuario con le notizie storiche sulla scuola, sui due paesi e sull’attività progettuale in corso.

L’Isiss Foscolo quest’anno compie 154 anni. Il ginnasio sidicino è stato il primo a nascere in provincia di Caserta e questo andava senz’altro ricordato nella pubblicazione. “Il nostro Liceo, spiega il preside Mesolella, ha compiuto 154 anni di vita (è nato il 1 settembre del 1865): un secolo e mezzo fa, ed è fiero della sua storia ultracentenaria. E’ la fortuna delle città antiche quella di avere una propria storia, con una propria tradizione culturale ed un liceo municipale: il Giulio Cesare di Roma, il Tito Livio di Napoli, il Sallustio di Sulmona, il Pitagora di Siracusa e così via. Sono le città che hanno una lunga storia da tramandare ad essere orgogliose della propria scuola e del proprio liceo. Da un libro del 1884 di Giuseppe Lonardo, intitolato “La Risurrezione del Ginnasio a Teano”, abbiamo la certezza documentata che la nostra scuola secondaria ha 154 anni di vita e che inizia proprio con il Ginnasio nel 1865. Non solo: il Ginnasio sidicino è il primo ad essere stato fondato in provincia di Caserta, se si considera che il “Giannone” casertano fu inaugurato il 2 gennaio 1866. Un ginnasio, quello di Teano, alla cui vita contribuiva non solo l’amministrazione teanese, ma anche quelle dei paesi vicini come Vairano, Roccamonfina, Marzano, Cajanello, Carinola, Tora e Piccilli, Pietramelara, Calvi Risorta e Sparanise. Con il Tempo al primitivo Ginnasio si sono aggiunti il Liceo Classico, il Liceo Scientifico con potenziamento Bio Medico, il liceo Linguistico, il liceo delle Scienze Applicate, il Liceo delle Scienze Umane, la Ragioneria, il Geometra, il Turismo, l’indirizzo Sistemi Informativi aziendali (informatica), l’indirizzo Serale Sirio e una sede del CPIA. Nell’Agenda perfino la Relazione comunale di Teano sullo storico incontro tra Garibaldi e Vittorio Emanuele a Borgonuovo di Teano. Il Diario quindi è utile perché presenta numerose notizie sulla storia di Teano, Calvi Risorta, Sparanise, Francolise e Pignataro Maggiore, sui monumenti, ecc.”.  Su 923 mila abitanti della Provincia di Caserta si presumono oltre 500 mila studenti con oltre 7 mila del personale scolastico. La scuola oggi in Italia costa al contribuente (al 90% circa lavoratori dipendenti, oltre 21 milioni) 5 miliardi di euro. Fino al diploma liceale, ecc. lo Stato spende per ognuno circa 100mila euro, di più per i 5 o 6 anni di università.

Dopo il boom economico 1953-74/79, la scuola giustamente di massa e gratis non dovrebbe esistere più. I tempi, le persone, i contesti sono cambiati non di poco e la scuola media superiore e l’università non sono obbligatorie. Si incentivano per questi due segmenti scolastici solo i migliori d’intelletto indipendentemente dall’origine familiare. Il resto si deve pagare, almeno al 60%, la scuola e l’università. Si ribadisce la necessaria promozione ed aiuto dei meritevoli a scuola e all’università perché attualmente non è ancora sufficiente. Chi non è concorde? Tanti, ma se s’inizia a discuterne è un bene poiché i dettagli da definire per un’essenziale realistica riforma non son pochi ad iniziare dal sistema d’assunzione dei docenti, dalla privatizzazione in tutto o in parte degli ausiliari o Ata, dal costo delle rette, da chi aggiusta l’immobile delle scuole medie superiori e dell’università, ecc.. Alle nostre spalle notiamo che le riforme della nostra scuola che i governi (bianchi, bianco-rossi, giallo-verdi e giallo-rossi) hanno fatto e hanno intenzione di fare, sono state tutte all’interno della scuola pubblica o statale, dove però il cittadino è ancora un suddito, anche se minorenne, a cominciare dall’autotutela dell’obbligo delle firme dei genitori per le visite d’istruzione esterne, come se fosse necessario, invece, ignorano, soprattutto le presidenze, che gli studenti sono sotto la responsabilità formativa ed educativa delle scuole una volta che vi sono entrati e i docenti e presidi sono in servizio, anche in gita scolastica. Quella firma chiesta ai genitori rivela una palese ignoranza voluta, sibillina e del cittadino-studente e genitori-sudditi.

Basta con il vedere il male o il demonio nelle scuole libere o private, dove è più facile l’antico e moderno rapporto docente-discente soprattutto quando il servizio professionale è pagato dall’utenza, fatta salva una fascia non minima dell’utenza bisognosa e di quella delle scuole di base ed obbligatorie dove il reddito, ben controllato e non fittizio, fa da limite per il servizio gratis o a pagamento, in quest’ultimo caso si può dedurre dalla dichiarazione dei redditi poiché il contribuente non deve pagare 2 volte il servizio erogatogli. Insomma il Ticket progressivo che verrà introdotto per il servizio sociale sanitario deve essere pensato e legiferato anche per il sistema scolastico, che, dopo l’obbligo, assicura la gratuità solo ai capaci e meritevoli ma privi di mezzi come ben recita la nostra Costituzione.

Giuseppe Pace

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