Politica

Campania, Muscarà e Viglione (M5S):”Ecoballe, Rimosso appena il 5,6%. Flop certificato anche dal Consiglio d’Europa”

I consiglieri regionali Viglione e Muscarà: “Con questo ritmo serviranno altri 49 anni per smaltirle tutte. Inattuato il piano rifiuti di De Luca”

 

Napoli, 7 Giugno – “Meglio tardi che mai. Anche in Europa si sono finalmente accorti che l’operazione di smaltimento delle ecoballe in Campania è fallita. Operazione che ha visto andare in fumo decine di milioni, buona parte dei quali sottratti a interventi per le bonifiche e l’ottimizzazione del ciclo dei rifiuti. Ora anche il comitato dei ministri dei Consiglio d’Europa ha bacchettato le nostre autorità competenti sulla disastrosa gestione dei rifiuti in Campania. Non è lontana l’eco dello show di Renzi e De Luca a Taverna del Re, quando governatore e allora premier promisero che avrebbero liberato la Campania dalle ecoballe in tre anni. Era il 2016. Ad oggi è stato rimosso appena il 5,6% del totale. A questo ritmo, per rimuovere le oltre 5 milioni di tonnellate restanti serviranno non meno di 49 anni. Mezzo secolo. Ecco cosa lascerà tra un anno De Luca in eredità alla Campania”. E’ quanto denunciano i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle Maria Muscarà e Vincenzo Viglione, che hanno annunciato un’interrogazione alla giunta regionale.

“Un atto – spiegano Muscarà e Viglione – con il quale chiediamo di sapere, a fronte dei prevedibili e biblici ritardi e di una gestione fallimentare dei rifiuti nella nostra regione, cosa è stato fatto ad oggi per dare attuazione al piano 2016 tanto sbandierato da De Luca, che avrebbe dovuto farci uscire dalla procedura di infrazione che costringe ancora oggi l’Italia a pagare una multa di 120mila euro al giorno. Ad oggi non conosciamo il livello di attuazione dei piani d’ambito, né sappiamo a che punto sono i progetti per la realizzazione dei nuovi impianti per il trattamento dell’umido. Così come numerosissimi sono i Comuni in attesa che sia dato un riscontro alle richieste sulle compostiere di comunità. Provvedimenti che avrebbero evitato il timore, che ogni tanto si materializza, di una nuova emergenza, soprattutto in vista della chiusura annunciata di settembre dell’inceneritore di Acerra”.

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