Politica

Campania, Ciarambino (M5S):”Camorra, un decreto Calabria per la sanità della Campania”

La richiesta al premier Conte di parlamentari e consiglieri regionali M5S: “Sostituisca subito De Luca con commissario con pieni poteri”

 

Napoli, 28 Giugno – “I retroscena dell’ultima inchiesta della Dda di Napoli confermano che ci sarebbero ospedali sotto il controllo della camorra. Un fenomeno che scopriamo oggi tristemente noto a chi è stato costretto a subirlo e che si è diffuso nel silenzio di chi, per anni, non poteva non sapere, ma che non ha mosso un dito. Ci chiediamo come sia possibile che fatti gravi come quelli descritti dai magistrati siano sfuggiti alle attività di verifica e ispezione dei diversi livelli di management aziendali e regionali dell’attuale governo regionale e del precedente governo Caldoro. Un fenomeno drammatico al cospetto del quale sentiamo il dovere di chiedere al presidente dei Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, di adottare misure urgenti per riformare dalla base il sistema sanitario regionale, con misure emergenziali come quelle adottate per la Calabria”.

E’ quanto dichiara la consigliera regionale della Campania, Valeria Ciarambino, nell’illustrare il contenuto di una lettera inviata al premier a firma del Gruppo regionale della Campania e dei parlamentari campani del Movimento 5 Stelle, con la quale chiedono un incontro urgente e che, anche a fronte delle note criticità che caratterizzano la sanità regionale sotto la gestione De Luca, “si determini che non vi sono i presupposti per l’uscita dal commissariamento, che si provveda a convocare con tempestività una seduta del Consiglio dei Ministri in cui si proceda alla rimozione dell’attuale Commissario, così da attuare la legge e porre fine a una palese incompatibilità, e che al nuovo Commissario ad acta siano attribuiti non solo poteri programmatori, ma più incisivi poteri di gestione e di nomina dei dirigenti sanitari, mediante adozione di un decreto emergenziale, analogamente a quanto determinato per la Regione Calabria”.

“Mentre il governatore della Campania si limitava a denunciare casi di boicottaggio relativi all’invasione di formiche al San Giovanni Bosco – sottolinea Ciarambino, firmataria anche di un’interrogazione alla giunta regionale -, nello stesso nosocomio si perpetravano fatti molto più gravi, con la camorra che avrebbe continuato a organizzare summit in ospedale, a gestire appalti, posti di lavoro, forniture e a indirizzare le scelte del management anche sui tempi di apertura dei reparti. Una situazione che conferma l’incapacità di chi ha il dovere di controllare e non è stato in grado di farlo e che ci impone di chiedere l’immediata rimozione del commissario, l’azzeramento dell’attuale management e l’intervento incisivo del Governo con un nuovo corso che restituisca finalmente dignità alla sanità regionale”.

 Al Presidente del Consiglio dei Ministri

                                                

Illustrissimo Presidente,

Le scriviamo poiché convinti che la Campania necessiti di un intervento urgente ed ormai improcrastinabile che ponga fine alle innumerevoli distorsioni, alla acclarata inefficienza e alla diffusa illegalità che permea il sistema sanitario regionale e che tante volte abbiamo denunciato inascoltati.

Ormai non è più soltanto una questione di disorganizzazione, di inefficienza amministrativa, di inadeguatezza gestionale ma di illegalità diffusa e di ordine pubblico, gravemente compromesso dal dominio incontrastato della camorra che si insinua e penetra il sistema sanitario, orientandone le scelte.

L’operazione anti camorra, ampiamente riportata dagli organi di stampa in questi giorni – esitata nell’arresto di 126 persone e alla decapitazione dei clan Contini, Mallardo e Licciardi – ha disvelato, infatti, influenze e interessi delle organizzazioni criminose all’interno dell’ospedale San Giovanni Bosco di Napoli, lasciando emergere un collaudato schema di collaborazione e il consolidamento di un illecito meccanismo in forza del quale il clan locale, attraverso figure interne all’organizzazione o all’ospedale, con un ruolo di filtro o cerniera, era in grado di controllare assunzioni e appalti, produrre falsi certificati medici, organizzare truffe assicurative, sino a giungere alla alterazione delle ordinarie procedure volte a riscontrare le richieste di prestazioni sanitarie da parte dei cittadini,  superando con una certa celerità lunghe liste d’attesa o impasse burocratiche.

La gravità degli esiti dell’indagine appena conclusa ha indotto il Ministro della Salute a chiedere, al Comitato nazionale per la sicurezza e l’ordine pubblico, l’esautoramento dei vertici dell’ASL e l’insediamento di una Commissione di accesso.

Ed è possibile, come del resto riporta la stampa, che i condizionamenti camorristici non siano limitati all’ospedale San Giovanni Bosco ma siano replicati in altri nosocomi, quale conseguenza di una vera e propria spartizione tra clan del controllo delle strutture ospedaliere della città di Napoli.

Lo scenario descritto, dispiegatosi nell’assenza di controlli da parte degli organi regionali preposti su accadimenti che non possono ritenersi isolati ma anzi abituali e sistematici, ci induce a ritenere più che mai necessaria e urgente l’adozione di misure straordinarie tese a riformare l’intero sistema sanitario regionale campano.

La sanità campana è, infatti, malfunzionante, commissariata da almeno un decennio, caratterizzata da incapacità amministrative e gestionali di difficile risoluzione e rispetto alle quali le misure sinora messe in campo hanno mostrato la propria inefficacia.

A fronte dei risultati eccellenti che il Governatore/Commissario ad acta ritiene di aver conseguito tanto da invocare l’uscita dal commissariamento ed il ritorno ad una gestione ordinaria della sanità, giungendo ad addebitare alla lentezza burocratica dei Ministeri affiancanti la mancata registrazione dei progressi sbandierati, la realtà dei fatti si presenta fortemente diversa e a pagarne le conseguenze sono i cittadini utenti, che vedono compromesso, sino alla negazione, il diritto loro riconosciuto dalla Costituzione di ricevere cure sicure, appropriate, tempestive.

Livelli di prestazioni al di sotto dello standard minimo nazionale (come emerge dalle ultime verifiche ministeriali relative alla griglia LEA); primo posto per morti evitabili; mancata attivazione della rete Stroke, della rete trauma e della rete per le emergenze materno infantili. Prima regione italiana per mortalità materna. Ultima per aspettativa di vita. Offerta sanitaria territoriale inesistente. Grave inadeguatezza dell’offerta di strutture residenziali per anziani, disabili e pazienti terminali. Pronto Soccorso cronicamente affollati e ridotti a dei veri e propri lazzaretti, dove non si riesce a garantire neanche la dignità e la pudicizia di morenti ed ammalati. Strutture ospedaliere non in possesso del requisito minimo per esercitare, ossia l’autorizzazione sindacale.

E per accedere alle cure offerte da questo sistema sanitario ormai al collasso i cittadini campani sono chiamati a sopportare gravosi oneri economici, con addizionali Irap e Irpef più alte d’Italia, il superticket e tetti di spesa che si esauriscono così celermente da coprire solo un mese sui tre programmati, negando e pregiudicando soprattutto le fasce più deboli.

Si comprende, perciò, come il riequilibrio della gestione contabile, pubblicamente decantato dal Governatore/Commissario ad acta, sia stato conseguito non solo a discapito dell’erogazione di cure essenziali, smantellando e svuotando gli ospedali, ove ormai mancano le strumentazioni e finanche i più elementari presidi medici, ma anche e soprattutto incidendo in maniera gravosa ed iniqua sui bilanci già esigui delle famiglie campane.

In situazioni analoghe,  quali quelle verificatesi in regione Calabria, si è sentita forte la presenza dello Stato che è intervenuto mediante l’adozione di misure emergenziali volte a contrastare tanto i fenomeni riferibili a condizionamenti mafiosi quanto quelli riferibili ad inefficienza gestionale ed amministrativa, attribuendo al Commissario poteri di nomina ed anche di controllo e valutazione dell’operato del management aziendale, finanche attivando  una unità di crisi speciale per la Regione, con il compito di effettuare visite ispettive straordinarie presso le aziende sanitarie.

Così delineato il contesto, ne consegue l’assoluta assenza delle condizioni per l’uscita dal commissariamento ed anzi la necessità, prima fra tutte, dell’attuazione della previsione legislativa recante la incompatibilità tra Presidente della Regione e Commissario ad acta, al fine di ripristinare la legittimità e di dare seguito ad una volontà espressa in seno agli organi elettivi, restituendo così credibilità e legittimazione alle istituzioni. È, infatti, difficile spiegare ai cittadini, che chiedono legalità ed effettività del diritto alla salute, le ragioni per cui il nostro governo del cambiamento non intervenga a rimuovere il Commissario, la cui incompatibilità perdura ormai immotivatamente da mesi e rispetto alla quale non si assumono le dovute decisioni.

Chiediamo, pertanto, in nome dei cittadini che rappresentiamo in Parlamento e nelle Istituzioni regionali, che si provveda a convocare con tempestività una seduta del Consiglio dei Ministri in cui si proceda alla rimozione dell’attuale Commissario e alla nomina di un nuovo Commissario ad acta, così da porre fine alla palese incompatibilità.

Chiediamo, poi, che al nuovo Commissario ad acta siano attribuiti non solo poteri programmatori ma più incisivi poteri di gestione, mediante adozione di un decreto emergenziale, analogamente a quanto determinato per la regione Calabria.        

 Chiediamo, infine, la possibilità che una delegazione di parlamentari e consiglieri regionali sia da Ella ricevuta, di modo da poter apprendere, dalla viva voce di chi vive ed affronta quotidianamente le criticità cennate, la gravissima situazione in cui versa da anni il nostro sistema sanitario regionale.

Fiduciosi, attendiamo di essere ragguagliati sulle determinazioni che Ella riterrà di voler assumere.  

 

 

I Parlamentari e i Consiglieri regionali della Campania

del Movimento 5 Stelle

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